PREPARAZIONE DELLO SCHELETRO
In questa prima fase di assemblaggio a secco non si utilizza assolutamente nessun tipo di collante.
Le ordinate vengono inserite nelle rispettive sedi e per quanto possibile vanno allineate, è importante verificare che tutti gli incastri combacino perfettamente senza alcuno sforzo, è meglio che siano un po’ laschi piuttosto che pongano resistenza.
Subito dopo si incastrano sulle ordinate i quattro longheroni longitudinali che daranno una stabilità e rigidità notevole a tutto il complesso.
I longheroni sono un po’ sporgenti ai bordi in quanto andranno rastremati e sagomati in base alla curvatura dello scafo.
ASSEMBLAGGIO DELLO SCAFO
lo scafo non è ancora incollato ed è tenuto bloccato solo dagli incastri dei singoli elementi.
Inizio ad incollare i blocchetti di legno da 15x20x70 millimetri nella zona di contatto tra la chiglia e l’ordinata.
La calafatura consiste nell’incollare all’interno dello scafo delle strisce di garza per irrigidire una superficie legnosa, la si usa soprattutto per dare consistenza e robustezza al primo fasciame e bloccarlo sulle ordinate, qui invece la utilizzo per bloccare gli incastri tra i longheroni e le ordinate e gli incastri destinati ad accogliere gli alberi.
Ottengo quindi uno scheletro i cui elementi quali la falsachiglia, le ordinate e i rinforzi non sono stati incollati direttamente tra di loro nel modo che potremmo definire “classico” ma bensì tramite l’applicazione della calafatura tutt’intorno agli incastri. Nell’assemblare la struttura la colla vinilica è stata adoperata solo nei blocchetti di rinforzo e non nelle giunture degli incastri.
In ogni caso ogni singolo incastro presenta almeno 10 o 15 millimetri di contatto diretto ed incollato. Un altro vantaggio consiste nell’ottenere una struttura estremamente solida e indeformabile che faciliterà notevolmente il lavoro successivo.