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Se un’ordinata è storta deve essere raddrizzata.

Nonostante tutti gli sforzi profusi e le attenzioni dovute alle volte capita che un’ordinata si sia incollata storta.

I rinforzi incollati ai quatto angoli dell’incastro chiglia – ordinata dovrebbero garantire la perpendicolarità, tuttavia se l’incastro è troppo lasco o al contrario sforza allora un’ordinata può risultare effettivamente storta.

Errori di uno o due millimetri sono facili da correggere.

Si valuta con attenzione il difetto e si sceglie il metodo più adatto per potere eseguire una riparazione efficace.

Si valuta con attenzione il difetto e si sceglie il metodo più adatto per potere eseguire una riparazione efficace.

La freccia BLU nella foto qui sopra evidenzia come il segno della mezzeria dell’ordinata non sia centrato sulla chiglia ma sia spostato verso sinistra di circa 2 mm. La freccia VERDE più in basso mostra invece un allineamento perfetto.

L’ordinata storta dovrà essere ridotta sul lato sinistro ed aumentata sul lato opposto cioè quello destro.

Si segna con una matita il profilo corretto che avrebbe dovuto assumere l’ordinata e si procede ad asportare l’eccesso del legno tramite della carta vetrata.

 

Si usano gli pilli per mantenere aderente il listello aggiuntivo

Si usano gli pilli per mantenere aderente il listello aggiuntivo

Il lato opposto invece risaluta essere più stretto e l’ordinata non toccherebbe i listelli nella successiva fase di rivestimento o… PEGGIO se lo facesse si creerebbe un avvallamento che sarebbe necessario correggere in seguito.

Si deve quindi allargare l’ordinata quel tanto che basta ad allineare il profilo al resto dello scafo.

Nella fattispecie incollo un listello di tiglio da 2 mm di spessore sul profilo esterno dell’ordinata.

Per garantire un’adesione perfetta blocco il listello con diversi spilli da sarto inclinandoli in modo tale da garantire una perfetta aderenza.

 

Il profilo dell’ordinata è ora maggiore grazie allo spessore del listello aggiuntivo.

Il profilo dell’ordinata è ora maggiore grazie allo spessore del listello aggiuntivo.

A colla asciutta rimuovo gli spilli e verifico che lo spessore aggiuntivo sia sufficiente.

L’ordinata risulterà essere più storta in alto mentre alla base dell’attaccatura con la chiglia sarà già nella giusta posizione.

 

Con un blocchetto di carta vetrata si corregge la curvatura dell’ordinata fino a raggiungere il profilo corretto

Con un blocchetto di carta vetrata si corregge la curvatura dell’ordinata fino a raggiungere il profilo corretto

Carteggio il listello fino a fare assumere all’ordinata il profilo corretto. In particolare nella parte inferiore si dovrà carteggiare fino ad asportare completamente il legno del listello aggiuntivo.

IL SECONDO FASCIAME DEVE ESSERE PERFETTO:
COME CORREGGERE IL DISTACCO PARZIALE DEI LISTELLI

La stesura del secondo fasciame deve essere perfetta, senza errori che altrimenti rimarrebbero visibili.

Nella stesura del secondo fasciame capita che in alcuni punti il listello non si sia incollato perfettamente e si sollevi da un lato. Questo tipo di errore è piuttosto frequente ed emerge normalmente nella fase di levigatura finale dello scafo.

Qualora se ne riscontri la presenza si deve immediatamente interrompere la fase di levigatura perché la parte del listello che si è staccata sporgerà sempre dalla sagoma del corpo della nave e le levigatura eliminerà il sottile strato di legno rendendo visibile l’area sottostante del primo fasciame.

Per correggere questo tipo di errore si procede nel modo seguente:

Il distacco parziale dei listelli del secondo fasciame è un errore abbastanza comune.

Il distacco parziale dei listelli del secondo fasciame è un errore abbastanza comune.

Come sempre per prima cosa si individuano i listelli che si sono staccati e si applica una goccia di colla ciano-acrilica liquida di buona qualità.

La colla dee essere liquida e non nella versione in gel.

Si incollano i listelli staccati del secondo fasciame con la colla Attak in modo da correggere l’errore.

Si incollano i listelli staccati del secondo fasciame con la colla Attak in modo da correggere l’errore.

B) Con un listello piatto si strofina velocemente la zona per circa 10 secondi, in questo modo la colla essendo liquida penetra nella fessura e il listello si incolla istantaneamente.
C) La pressione e l’attrito provocano del calore che asciuga immediatamente la colla e la cristallizza.

Si carteggia la colla Attak e si rende invisibile la correzione dell’errore dei listelli staccati nel secondo fasciame.

Si carteggia la colla Attak e si rende invisibile la correzione dell’errore dei listelli staccati nel secondo fasciame.

D) Si carteggia accuratamente la zona con una cartavetrata a grana media assecondando la direzione delle venature del legno.
E) Il risultato finale è sbalorditivo, la correzione è invisibile, inoltre la colla non è penetrata nelle fibre superiori del legno e sarà possibile applicare del mordente senza ritrovarsi poi una macchia.

Altri errori comuni del secondo fasciame:

 

IL SECONDO FASCIAME DEVE ESSERE PERFETTO:
COME CORREGGERE GLI AVVALLAMENTI

La stesura del secondo fasciame deve essere perfetta, senza errori che altrimenti rimarrebbero visibili.

In linea di massima gli avvallamenti devono essere corretti durante la verifica del primo fasciame. Tuttavia i più piccoli potrebbero sfuggire al controllo ed emergere solo dopo il secondo rivestimento.

Questa correzione è efficace quando l’avvallamento è inferiore allo spessore del listello, in pratica un avvallamento di 0,7 mm può essere corretto con un listello da 1 mm di spessore ma non da uno che ne abbia solo 0,5 mm.

Se nonostante tutte le verifiche ed i controlli ci si accorge dell’errore una volta applicato il secondo strato di legno allora si procede così:

L’avvallamento del secondo fasciame è un errore difficile da correggere.

L’avvallamento del secondo fasciame è un errore difficile da correggere.

Per prima cosa si devono individuare le zone e l’estensione degli avvallamenti.

La foto qui sopra è riferita al “Le Soleil Royal” e l’avvallamento misura sono 2 decimi di millimetro e può essere corretto utilizzando dei listelli aventi lo spessore di 0,5 mm (in pratica sono gli stessi listelli utilizzati nel secondo fasciame).

 

Per correggere l’errore di avvallamento del secondo fasciame si incollano altri listelli in modo da aumentare lo spessore dello scafo.

Per correggere l’errore di avvallamento del secondo fasciame si incollano altri listelli in modo da aumentare lo spessore dello scafo.

Si incollano dei listelli per aumentare lo spessore. Per questa operazione si deve utilizzare esclusivamente la colla aliphatica e possibilmente di buona qualità.

Nell’incollare i listelli si deve inumidire con acqua sia il retro del listello stesso sia la zona dello scafo da correggere in modo tale da permettere alla colla di penetrare in profondità nelle fibre del legno.

 

Per correggere l’errore di avvallamento del secondo fasciame si livella lo spessore dei listelli di riempimento in modo da armonizzare le linee dello scafo.

Per correggere l’errore di avvallamento del secondo fasciame si livella lo spessore dei listelli di riempimento in modo da armonizzare le linee dello scafo.

Nel posare i listelli si deve prestare attenzione a sovrapporli perfettamente a quelli presenti nella zona ribassata mantenendo inalterato lo schema del rivestimento.

Nella foto qui sopra si vedono benissimo le giunzioni delle singole assi del secondi fasciame.

Quando la colla si sarà asciugata si ripasseranno i listelli con un lisciatoio armato di cartavetro a grana fine. Lavorando con calma certosina e facendo molta attenzione a non creare dei solchi nei listelli vicini si riesce a mimetizzare perfettamente la correzione. Al limite è meglio mantenere un’altezza maggiore di uno o due decimi di millimetro.

Il listello aggiuntivo deve avere SEMPRE il taglio perpendicolare e mai in obliquo nemmeno per pochissimi gradi altrimenti sarà comunque visibile.

 

Altri errori comuni del secondo fasciame:

 

IL SECONDO FASCIAME DEVE ESSERE PERFETTO:
LE FESSURE DEL SECONDO FASCIAME DEVONO ESSERE CORRETTE

La stesura del secondo fasciame deve essere perfetta, senza errori che altrimenti rimarrebbero visibili.

Tra gli errori più comuni troviamo degli spazi o delle fessure tra i corsi del secondo fasciame, in pratica ci sono delle fughe che sono visibili sopratutto perché il fasciame sottostante essendo in tiglio è di colore chiaro. Applicando il mordente questi errori scompaiono alla vista e la fuga di colore chiaro tende a diventare addirittura più scura del secondo fasciame che normalmente è in noce solo perché nelle fughe si deposita una maggiore quantità di impregnante.

Se le fughe sono eccessivamente larghe o non si desidera scurire eccessivamente lo scafo si procede nel seguente modo:

Le fughe larghe e le fessure rappresentano un errore comune nel rivestimento del secondo fasciame.

Le fughe larghe e le fessure rappresentano un errore comune nel rivestimento del secondo fasciame.

Per prima cosa si devono individuare le fessure e gli spazi da corregge.
La foto qui sopra è riferita al “Le Soleil Royal” e la fessura misura sono 2 decimi di millimetro.

 

Gli errori delle fughe larghe e delle fessure del secondo fasciame si correggono con della colla vinilica densa (step 1).

Gli errori delle fughe larghe e delle fessure del secondo fasciame si correggono con della colla vinilica densa (step 1).

Si riempie la fuga con la colla vinilica.

Per questa operazione non è consigliato inumidire la superficie con acqua ed è preferibile utilizzare un tubetto di colla vecchio perché la colla è più densa.

 

Gli errori delle fughe larghe e delle fessure del secondo fasciame si correggono con della polvere di listello sparpagliata sulla colla vinilica densa (step 2).

Gli errori delle fughe larghe e delle fessure del secondo fasciame si correggono con della polvere di listello sparpagliata sulla colla vinilica densa (step 2).

Si spolvera della segatura finissima della stessa essenza del legno del secondo fasciame.
La segatura deve essere fatta cadere dall’alto e non deve essere stesa con spatole e/o pennelli.

 

Gli errori delle fughe larghe e delle fessure del secondo fasciame si correggono premendo la polvere di listello sulla colla vinilica densa (step 3).

Gli errori delle fughe larghe e delle fessure del secondo fasciame si correggono premendo la polvere di listello sulla colla vinilica densa (step 3).

Quale ultima fase si preme con un listello la segatura nella colla e si compatta la miscela.
Si termina il lavoro spolverando le eccedenze di segatura e carteggiando.

Da quando si riempie la fuga di colla vinilica a quando si compatta la polvere del listello devono passare pochissimi secondi 3, 4 o al massimo 5; è indispensabile quindi prepararsi tutto l’occorrente prima di iniziare questa delicata operazione.

Lavorando molto velocemente la colla vinilica non avrà il tempo di penetrare nelle fibre del legno e non macchierà la superficie.
Per lo stesso motivo conviene correggere una fuga alla volta ed evitare una lavorazione in serie.

Dopo le canoniche 24 ore si ripassa la zona con della carta vetrata a grana finissima e si puliscono le eccedenza con una bomboletta di aria compressa oppure più semplicemente con un pennellino.

 

Altri errori comuni del secondo fasciame:

 

RACCOGLIERE LE VELE SUI PENNONI

ERRORI DA NON COMMETTERE

Il modellino è ovviamente riprodotto in scala che tipicamente è compresa tra 1:70 e 1:100. Se rapportata alla scala la stoffa che viene impiegata nella realizzazione delle vele assume uno spessore sproporzionato che porta ad ottenere una vela raccolta con un’estetica compromessa che non può essere migliorata o corretta.

Uno degli errori che si commettono comunemente consiste nel ritagliare la vela della dimensione esatta ed arrotolarla tutta quanta sul pennone credendo di lavorare nel modo giusto, ma invece non è così!

Vele imbrogliate con la stoffa tendono a formare un “salsicciotto”

Vele imbrogliate con la stoffa tendono a formare un “salsicciotto”

Come si vede dall’immagine qui sopra una stoffa troppo spessa porta ad arrotolare un “salsicciotto” troppo grosso dalla forma quasi cilindrica.

Le vele imbrogliate con la stoffa grossa tendono ad arrotolarsi a vite

Le vele imbrogliate con la stoffa grossa tendono ad arrotolarsi a vite

La quantità di stoffa è inoltre tale da non consentire uno sviluppo armonico delle legature, infatti tende ad arrotolarsi a vite, altrimenti rimane un “salsicciotto”.

EFFETTI DELLA GRAVITÀ TERRESTRE

Una vera vela pesa decine o centinaia di chilogrammi e la gravità terrestre le conferisce una postura ben precisa impossibile da ricreare nel modellismo con una pezzo di stoffa dal peso di pochi grammi, si deve quindi imprimere la posa desiderata modellando la stoffa.

Se si lasciano le vele al naturale (senza nessun trattamento) queste appariranno piatte.
Tutta la superficie della stoffa deve essere priva di pieghe o di zone sgualcite, e se fosse necessario vanno quindi stirate molto bene.

COME RIDURRE LA SUPERFICIE DELLA VELA

Purtroppo alcune immagini che seguono sono di bassa qualità perché gli originali sono andati perduti ma riescono comunque a chiarire i passaggi necessari alla lavorazione.

Questo articolo si basa un una vela che andrà posta sul pennone di velaccio, si tratta di una delle vele più piccole che allestiscono un galeone, misura infatti solo 6,5 cm di lunghezza.

Qui di seguito viene illustrata una semplice tecnica che permette di realizzare una vela raccolta.

La vela fissata al pennone tramite delle legature

La vela fissata al pennone tramite delle legature

Si ritaglia la vela delle dimensioni corrette desumibili dai disegni di costruzione.

Se invece non si dispone di tale ausilio allora devono essere auto-costruite ma il lavoro non è affatto difficile, basta seguire questo schema:
Le vele (a eccezione di quelle di maggiori) hanno tutte una forma romboidale con la base maggiore a forma di mezzaluna, la base superiore misura 7/8 della lunghezza del pennone a cui verrà inferita cioè attaccata, la base inferiore sarà lunga 3/4 del pennone sottostante, mentre l’altezza alle estremità sarà di 7/8 e al centro di 3/4 (o 6/8) della distanza tra i due pennoni (quello superiore e quello inferiore).

Si fissa la vela al pennone tramite delle legature poste a circa 1 o 1,5 centimetri di distanza.

Con i segni rossi si evidenziano le linee di taglio della vela

Con i segni rossi si evidenziano le linee di taglio della vela

Per potere seguire meglio i vari step e solo per uno scopo dimostrativo è stato utilizzato un pennarello di colore rosso, nella realizzazione reale ovviamente conviene non riportare i segni di taglio.

Si evidenziano le linee di taglio degli angoli della vela

Si evidenziano le linee di taglio degli angoli della vela

Si segnao le linee di taglio anche agli angoli della stoffa della vela.

Si taglia una porzione della vela in modo da ridurne la superficie

Si taglia una porzione della vela in modo da ridurne la superficie

Se si utilizzasse tutta la stoffa e la si annodasse direttamente al pennone si otterrebbe un antiestetico fagotto, si ritaglia quindi una porzione dalla forma di un esagono allungato in modo da ridurne la superficie.
Grosso modo il taglio deve essere eseguito in modo tale da ridurre notevolmente l’area della vela.

Non è consigliabile lasciare più di mezza vela perché creerebbe un ingombro maggiore e non realistico.

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EVITARE LE MURATE A SCACCHIERA

I listelli devono essere ben accostati gli uni agli altri.
Per evidenziare il tavolato e non renderlo troppo uniforme si possono utilizzare dei legni con due tonalità leggermente differenti ma comunque molto simili tra di loro.
Sulle  murate interne verranno incollati gli scalmotti e il trincarino che già da soli creeranno un certo movimento.

errori da non commettere murate a scacchiera

errore da non commettere: le murate a scacchiera

Non si deve però esagerare altrimenti si ottiene un cacofonico effetto a scacchiera come visibile nell’immagine qui sopra. In caso di dubbio allora è preferibile utilizzare del legname dello stesso tipo.

CORREZIONE DELLA CHIGLIA

Prima di iniziare il rivestimento del secondo fasciame è opportuno effettuare tutte le verifiche alla struttura dello scafo nel suo insieme per poter correggere eventuali piccole imperfezioni in quanto a rivestimento ultimato la sagoma rimarrà pressoché uguale e i difetti non saranno eliminabili successivamente.

piccola correzione della chiglia

piccola correzione della chiglia

Da questi controlli è emerso che la poppa è più bassa di mezzo millimetro, metto quindi a bolla la chiglia e correggo il difetto aggiungendo un piccolo spessore.

Quello che hai letto fa parte di un articolo più vasto.

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ERRORE NELLA CHIGLIA

Negli step precedenti ho illustrato un modo alternativo per il primo rivestimento di uno scafo utilizzando dei comuni listelli di tiglio.
La successiva fase di lisciatura non presenta nessuna difficoltà e va realizzata con della carta vetrata prima a grana media e rifinita con una a grana fine.
È importante che la carta vetrata si di buona qualità.

A rivestimento ultimato mi sono accorto che vi è un errore di allineamento sulla chiglia.

La tentazione di buttare tutto e ricominciare daccapo dopo decine di ore di lavoro è stata subito accantonata a favore di una correzione.

Si deve valutare attentamente l’errore perché un disallineamento sulla chiglia comporterà quasi sempre un disallineamento sul ponte di coperta con una conseguente imberlatura dello scafo che, aimé, solo una volta ultimato risulterà essere assai visibile.

Per fortuna questo errore è di pochi millimetri e quasi sicuramente verrebbe nascosto o mimetizzato dall’invasatura ma, visto che me ne sono accorto vedo di risolvere il problema.

La chiglia non è allineata

La chiglia non è allineata

Procedo quindi nel seguente modo.

Le linee parallele BLU servono per avere una visuale del problema mentre al freccia ROSSA  indica il punto di maggiore errore.

L’aiutante a destra e il mio secondo figlio che ha ora 2 anni (nel 2008 ndr) e vuole partecipare all’opera.

Particolare di bloccaggio della nuova chiglia

Particolare di bloccaggio della nuova chiglia

Con un pialletto si asporta completamente la chiglia che viene sostituita con un listello DIRITTO di noce da 4 x 4 millimetri.
Per garantire una perfetta aderenza a poppa e a prua il listello  viene bloccato in posizione con della carta e del nastro adesivo.

la chiglia sostituita con il listello di noce

la chiglia sostituita con il listello di noce

In questa foto si vede la chiglia sostituita con il listello di noce.
Alla sinistra delle linee parallele BLU si vedono dei segni tratteggiati a matita che stanno ad indicare un’area divenuta convessa  dopo la riparazione. Verrà riallineata con l’altra parte dello aggiungendo uno strato di listelli.

Area convessa dello scafo

Area convessa dello scafo

Nell’immagine qui sopra si vede come procedo aggiungendo una mezzaluna di listelli di tiglio da 2 mm di spessore.
Una volta carteggiati e pareggiate le curve delle due fiancate lo spessore massimo sarà di circa 0,4 mm verso il centro, quest’area è delimitata alla curva BLU, lo spessore diminuirà progressivamente man mano che si procede verso l’esterno fino a pareggiarsi con i listelli del primo fasciame.

NB) I triangolini grigi sono fatti a matita e servono quali marcatori per garantire la perfetta simmetria delle fiancate destra e sinistra dello scafo.
Anche in questa fase utilizzo la colla alifatica.

Questa correzione ha richiesto circa tre ore di lavoro mentre la sgrossatura ed il livellamento dello scafo altre due.

Quello che hai letto fa parte di un articolo più vasto.

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Nelle scatole dei kit e negli allegati ai fascicoli nelle edicole i componenti di maggiori dimensioni vengono suddivisi in due o più parti; la chiglia rientra sicuramente tra uno di essi.
Per unire i vari pezzi si incollano gli incastri ed i rinforzi laterali che garantiscono una maggiore rigidità.
Se questo lavoro è eseguito male può produrre una svergolatura a forma di banana.
Per incollarsi la chiglia viene appoggiata su un piano rigido ma, al centro ci sono i rinforzi che ne aumentano lo spessore mentre  la forza di gravità porta le estremità ad appoggiarsi sul piano di lavoro abbassandosi e curvando la chiglia di 3 o 4 mm.

La colla nell’incastro della chiglia

La colla nell’incastro della chiglia

Un altro problema che si riscontrerà in seguito concerne la necessità di eliminare con la cartavetro la parte terminale verso il basso dei rinforzi che escono dalla sagoma della chiglia ed andranno ad interferire con la posa dei listelli. Conviene quindi tagliare la parte inferiore dei quattro rinforzi di circa mezzo centimetro e per eliminare ogni bava che potrebbe ostacolare la fase di incollaggio il pezzo e il taglio vanno puliti con la cartavetrata.

Ridurre l’altezza dei rinforzi della chiglia

Ridurre l’altezza dei rinforzi della chiglia

Le frecce GIALLE  indicano il segno del taglio. Si devono conservare le strisce appena ritagliate, che non vanno buttate via.

Questa fase lavorativa deve essere svolta molto velocemente, in un quarto d’ora al massimo, dopodiché la colla vinilica od aliphatica ha già fatto presa e i pezzi non possono e non devono essere più mossi per almeno le tre ore successive.

Si uniscono i primi due pezzi della falsachiglia e non si pulisce l’eccedenza di colla in quanto si applicano i due rinforzi, uno per lato, facendo attenzione a non alterare la geometria dell’incastro. Si procede poi in modo analogo ad unire il terzo segmento.

La chiglia con i rinforzi e gli spessori

La chiglia con i rinforzi e gli spessori

Le frecce tratteggiate BLU indicano i listelli incollati alle estremità della falsachiglia, essi derivano dai rinforzi delle giunzioni centrali ed hanno quindi lo stesso spessore, servono solo per tenere perfettamente in piano i tre pezzi nella fase di asciugatura della colla.

La freccia centrale ROSSA  invece mette in evidenza come i rinforzi degli incastri non arrivino fino al bordo inferiore della falsachiglia consentendo una più agevole fase di rivestimento del primo fasciame.

Gli spessori per mantener in piano la chiglia

Gli spessori per mantener in piano la chiglia

Questo semplice lavoro aggiuntivo consente ai vari pezzi che compongono la chiglia di rimanere rettilinei e perfettamente allineati durante la fase di asciugatura della colla, e volendo potranno essere tolti subito dopo con una taglierina.

Incollare i pezzi di maggiori dimensioni

Incollare i pezzi di maggiori dimensioni

Per incollare un pezzo di medie o di grandi dimensioni si depongono delle gocce di colla vinilica sulla superficie del legno. Con un listello o con uno stuzzicadenti i puntini di colla vengono spalmati sulla superficie facendo attenzione a non lasciare delle parti scoperte, l’eccedenza che esce dai bordi va eliminata.

La chiglia va assemblata ed incollata in un’unica sessione di lavoro e va lasciata asciugare appoggiata su un piano orizzontale, nei punti di unione si applica una leggera pressione con le dita delle mani e non si utilizzano dei morsetti o delle mollette da bucato altrimenti si altera l’allineamento della chiglia e si rischia una svergolatura del tipo a banana.

 

 

L’assemblaggio della chiglia con le ordinate non deve essere trascurato o sottovalutato, altrimenti si produrranno artefatti più o meno visibili e nel peggiore dei casi potrà causare difetti molto evidenti come quelli visibili nella fotografia qui sotto.

Poppa svergolata

Poppa svergolata

Se malauguratamente ci si ritrova in una situazione analoga per risolvere il problema si deve smontare tutto il fasciame. Se il legno è ben incollato con la colla vinilica o aliphatica non si potranno staccare i listelli semplicemente tirando i pezzi ma si dovrà usare una lama a scalpello e una lama a seghetto tagliando i singoli listelli nelle zone di giunzione con le ordinate.

 

Il pericolo maggiore consiste nel danneggiare e distruggere alcuni pezzi dei ponti rendendoli inutilizzabili.

La precauzione migliore consiste nell’usare del cartoncino leggero e liscio e riportare la sagoma dei ponti che sono ora incollati sulle ordinate prestando una maggiore attenzione a quello centrale che presenta diversi incastri. Per dare una certa rigidità la forma viene riportata su un foglio di balsa o meglio ancora di compensato da un millimetro di spessore, viene tagliata e poi si procede nuovamente a verificare la correttezza con il ponte originale.

Nel caso questo si danneggi e diventi irrecuperabile si potrà procedere alla ricostruzione avvalendosi della sagoma così creata, lo spessore del nuovo ponte deve essere simile all’originale distrutto.

Le strisce di compensato prefabbricato con le aperture dei sabordi

Le strisce di compensato prefabbricato con le aperture dei sabordi

Si inizia con lo staccare i listelli del fasciame che rivestono lo scafo partendo dall’alto e scendendo verso la chiglia.
Nei kit si trovano spesso delle strisce di compensato presagomato e prefustellato destinate al corretto posizionamento dei sabordi, vanno incollate direttamente sulle ordinate prima del rivestimento con il fasciame ed anche in questo caso è meglio premunirsi realizzando delle sagome in cartoncino.

Si ritorna ad avere uno scheletro pulito

Si ritorna ad avere uno scheletro pulito

Alla fine si deve arrivare ad avere uno scheletro nudo senza i listelli laterali.
Giunti a questo punto si deve osservare e verificare quali ordinate non rispettano la corretta perpendicolarità e dovranno essere smontate, ovviamente se sono incollate ad un ponte si deve procedere a toglierlo.

Cutter con lame a seghetto

Cutter con lame a seghetto

È opportuno utilizzare una taglierina che possa montare anche un seghetto a denti fitti lungo circa cinque centimetri, la lama va piegata leggermente in modo che risulti parallela alla chiglia e si procede al taglio sui due lati destro e sinistro fintanto che non rimane solo la colla sulla testa dell’incastro che si separa facendo oscillare l’ordinata verso la prua e verso la poppa.
Dopo il suddetto taglio l’incastro tra la chiglia e le ordinate risulterà essere leggermente più largo di quanto dovrebbe essere ma basta incollare sulla chiglia o sull’incastro una striscia di carta. Si procede poi con il bloccare in modo provvisorio una delle ordinate smontate utilizzando due punti di colla vinilica a presa rapida verificando che sia perpendicolare, verticale e parallela alla chiglia.
Dopo un’ora se va tutto bene la si incolla in altri due o tre punti. Si procede in modo analogo con le altre ordinate fino al completamento dello scheletro, si fissano ora i sottoponti e se il modello non è più svergolato si procede al fissaggio definitivo tra le ordinate e la chiglia.
È fondamentale che la chiglia risulti rettilinea.