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I rinforzi delle barre costiere

Le barre costiere erano fissate saldamente all’albero di Maestra e di Trinchetto tramite dei bulloni passanti.

La coffa è fissata all’albero tramite con dei bulloni passanti (step 1)

La coffa è fissata all’albero tramite con dei bulloni passanti (step 1)

Per garantire un perfetto allineamento dei fori utilizzo una dima forata.
Uso un punteruolo per segnare il foro.
Utilizzo una punta da 0,5 mm.

 

La coffa è fissata all’albero tramite con dei bulloni passanti (step 2)

La coffa è fissata all’albero tramite con dei bulloni passanti (step 2)

Ci incollo dei tondini di plastica e li taglio leggermente sporgenti.

 

La coffa della RRS Discovery è terminata.

La coffa della RRS Discovery è terminata.

Una vista dall’alto e dal basso della coffa ormai completa di tutta la ferramenta.

 

Per garantire una corretta angolazione mi avvalgo uno sfondo di colore neutro.

Per garantire una corretta angolazione mi avvalgo uno sfondo di colore neutro.

Per assicurarmi la giusta angolazione utilizzo uno sfondo di colore neutro.

 

La ferramenta è simulata con l’uso di carta avvolta attorno all’albero.

La ferramenta è simulata con l’uso di carta avvolta attorno all’albero.

La ferramenta è simulata con l’uso di carta avvolta attorno all’albero.
Di norma eseguo due giri ma se mi serve uno spessore maggiore allora i giri diventano tre o quattro.
Rinforzo la striscia di carta con colla vinilica o ciano acrilica.

 

Foro il cartoncino che simula la ferramenta dell’albero ed incollo i golfari.

Foro il cartoncino che simula la ferramenta dell’albero ed incollo i golfari.Foro il cartoncino che simula la ferramenta dell’albero ed incollo i golfari.

Eseguo dei fori ed inserisco i gambi dei golfari incollati con la ciano acrilica.

 

 

Le gru delle scialuppe

Questo articolo si riferisce al modellino della  RRS Discovery

Per calare in acqua le scialuppe erano necessarie delle gru.

Queste avevano una forma semplice ed erano realizzate in ferro.

In commercio si trovano pochi modelli (per lo più della Amerigo Vespucci) che sono sì simili ma non uguali e di conseguenza devono essere modificate.

La RRS Discovery monta in tutto sei gru di due tipi che si differenziano per alcuni dettagli.

Quattro sono poste al centro e due verso la poppa per calare in acqua una barca di appoggio all’aereo imbarcato.

Le gru sono derivate da un kit della Amerigo Vespucci in scala 1:100

Le gru sono derivate da un kit della Amerigo Vespucci in scala 1:100

Nell’immagine qui sopra si vedono i due tipi di due gru a confronto.

In alto una delle quattro gru poste al centro dello scafo e più in basso la gru di appoggio per l’aereo. Quest’ultima deriva da un kit dell’ Amerigo Vespucci (in scala 1:100) e si adatta come curvatura alla gru di poppa. Anche gli accessori sono simili e vanno quindi lasciati al loro posto (vedi le frecce ROSSE) mentre va tolta la galloccia dell’asta (vedi le frecce GIALLE).

 

Alle gru vengono aggiunte delle gallocce esterne.

Alle gru vengono aggiunte delle gallocce esterne.

In alto (vedi cerchietto ROSSO) le quattro gru al servizio delle scialuppe poste al centronave sono lisce senza ganci o supporti ma presentano delle gallocce particolari. Per realizzarle ho incollato una striscia di plasticar forata al centro dove ho inserito un perno di plasticar da 1 mm. di diametro.

Tutte le gru (sei pezzi in totale) sono state allungate con un tubicino di rame.

Le gru appoggiano sull’incintione e sono bloccate allo scafo in una posizione VERTICALE mentre le mura tendono a chiudersi verso l’interno. Non è possibile utilizzare solo della colla perché si staccherebbe facilmente per cui mi accingo ad utilizzare un rinforzo.

 

Infilo nel fianco della RRS Discovery dei perni per ancorare le aste delle gru predisposte all’alesaggio delle scialuppe.

Infilo nel fianco della RRS Discovery dei perni per ancorare le aste delle gru predisposte all’alesaggio delle scialuppe.

Per inserire le gru sulle mura della RRS Discovery ho provveduto ad infilare un perno di rame nello scafo.

Il foro per il perno è praticato con un angolo di circa 45 gradi.

Questo accorgimento mi evita di forare accidentalmente il ponte di coperta, l’inclinazione poi garantisce una più che sufficiente garanzia contro uno “sfilamento” accidentale del gambo stesso.

 

I perno per agganciare le gru vendono piegati affinché siano perpendicolari.

I perno per agganciare le gru vendono piegati affinché siano perpendicolari.

Il perno di rame viene infilato nello scafo e bloccato con della colla ciano acrilica.
Quando la colla si è asciugata si piega il perno verso l’interno fino a quando è perfettamente verticale.

A questo punto devo infilare le aste delle gru nei perni fissati alle mura dello scafo.

 

Infilo i tubi delle gru nei perni fino a toccare gli incintioni.

Infilo i tubi delle gru nei perni fino a toccare gli incintioni.

Come si può vedere dall’immagine qui sopra il tubo delle gru appoggia perfettamente sull’incintione sottostante. La fessura permette la fuoriuscita laterale del perno che in questo modo risulta essere del tutto invisibile.

Questo accorgimento garantisce anche una solidità eccezionale.

 

Eseguo una fessura per permettere alla gru di appoggiarsi all’incintione.

Eseguo una fessura per permettere alla gru di appoggiarsi all’incintione.

Alla base delle gru eseguo una fessura per permettere la fuoriuscita laterale del perno che altrimenti uscirebbe solo dal fondo impedendo alla gru di appoggiare sull’incintione. (Osserva il cerchietto e la freccia BLU).

L’unica accortezza consiste nel praticare la fessura dal lato interno della gru che andrà a contatto con lo scafo.

 

Con un profilo “U” in plasticar costruisco i distanziatori delle gru.

Con un profilo “U” in plasticar costruisco i distanziatori delle gru.

er realizzare i distanziatori utilizzo del profilato a “U” della Plasticar incollato sia sul parapetto della nave sia sull’asta delle gru.

Un’estremità del distanziatore viene arrotondata per adattarsi alla forma cilindrica del tubo della gru. (Vedi freccia GIALLA).

 

Con delle strisce di plasticar piegate ad “U” realizzo i rinforzi laterali.

Con delle strisce di plasticar piegate ad “U” realizzo i rinforzi laterali.

I distanziatori fungono anche da supporto e bloccano le aste delle gru in posizione verticale. Sono realizzati piegando delle strisce di plasticar. (Vedi freccia GIALLA).

 

Sullo scafo sono state posizionate tutte e sei le gru.

Sullo scafo sono state posizionate tutte e sei le gru.

Nell’immagine qui sopra si vede il posizionamento delle sei gru.

In BLU quelle destinate all’alesaggio delle scialuppe mentre in ROSSO quelle destinate alla barca di servizio dell’aereo.

 

Ogni scialuppa della RRS Discovery necessita di due gru ad esse dedicate.

Ogni scialuppa della RRS Discovery necessita di due gru ad esse dedicate.

Ogni scialuppa della RRS Discovery necessita di due gru ad esse dedicate.

La foto mostra le gru posizionate in corrispondenza di una scialuppa.


Le cavigliere alla base degli alberi.

 

Ogni veliero possiede numerose caviglie dove vengono stoppate le manovre correnti.

Alcune sono poste sulle mura dello scafo altre invece sono collocate alla base degli alberi e raccolte in strutture molto resistenti chiamate cavaliere.

La RRS Discovrey è equipaggiata con due cavaliere poste alla base degli alberi di maestra e di trinchetto mentre l’albero di mezzana ne è sprovvisto.

 

L’osservazione dell’originale

Le devo ricostruire come sono nella realtà e quindi la prima cosa da fare è documentarsi con alcune immagini trovate su internet.

Gli imbandi avviluppati sulle cavigliere dell’albero di mezzana.

Gli imbandi avviluppati sulle cavigliere dell’albero di mezzana.

Nella fotografia qui sopra ho evidenziato alcuni dettagli che andrò a riprodurre.

  • La freccia BLU mostra lo smusso superiore delle colonnine portanti
  • La freccia ROSSA mostra l’incastro “sovrapposto” delle tre assi longitudinali che accolgono le caviglie e, infine
  • La freccia VERDE (in basso a sinistra) vuole evidenziare una carrucola incassata nel montante.

 

La costruzione delle mensole

Le mensole sono in tutto tre una posta a poppavia e due laterali. (Manca quella posizionata verso la prua).

Come ho visto prima (freccia ROSSA) le mensole hanno un incastro ad angolo retto profondo 1/3 dello spessore.

Costruisco le mensole incollando un listello da un millimetro di spessore sopra ad uno alto la metà cioè mezzo millimetro.
In tutto ottengo un listello spesso 1,5 mm e largo 3.

Per realizzare l’incastro con altezze diverse ho incollato due listelli uno sull’altro.

Per realizzare l’incastro con altezze diverse ho incollato due listelli uno sull’altro.

Nella foto a sinistra si vedono gli spessori dei due listelli che incollerò uno sull’altro.

In centro si vede uno step dell’incollaggio.

Infine a destra si nota come i due listelli abbiano formato l’incastro.

NB Avrei potuto limare l’incastro da un listello più spesso ottenendo lo stesso risultato e in minore tempo MA… (c’è sempre un “ma”… ) incollando due listelli ottengo di fatto un legno stratificato che NON si fessurerà o spezzerà negli step della foratura e dell’inserimento delle caviglie.

 

Dopo avere incollato le tre mensole procedo a forare i passaggi per le caviglie.

Dopo avere incollato le tre mensole procedo a forare i passaggi per le caviglie.

Incollo quindi i tre listelli ed eseguo i fori per il passaggio delle caviglie.
I fori devono essere equidistanzianti e centrati sulla mezzeria delle mensole, per ottenere ciò ho utilizzato una dima perforata.

La freccia ROSSA vuole evidenziare come le assi siano sovrapposte.

 

Le colonnine portanti

Le colonnine sono delle robuste assi di legno che penetrano nei ponti inferiori e diventano parte integrante della struttura.
Nel modellismo ci si limita a riprodurre solo la parte che sporge dal ponte di coperta.

Allineo le colonnine che sorreggeranno le mensole delle caviglie e rifinisco con la carta vetrata.

Allineo le colonnine che sorreggeranno le mensole delle caviglie e rifinisco con la carta vetrata.

Con del nastro di carta blocco otto spezzoni di listello a sezione quadrata da 2 mm.
L’importante è che siano più lunghi della struttura delle cavigliere.
Rifinisco un’estremità con la carta vetrata. Questa sarà la parte superiore delle cavigliere.

Per accogliere le mensole è necessario realizzare non uno ma due intagli dove verranno incastrate le suddette mensole.

 

Per realizzare lo scasso dell’incastro con le mensole utilizzo un seghetto a denti fitti.

Per realizzare lo scasso dell’incastro con le mensole utilizzo un seghetto a denti fitti.

Nella foto a sinistra la freccia ROSSA mostra un tratto di penna che indica sia la quota sia l’altezza del primo intaglio.
A destra si vedono i listelli in una dima mentre taglio (per meglio dire incido) 1/3 dello spessore cioè circa 0,6 mm.

 

Con una lima piatta allargo e rifinisco l’intaglio dello step precedente.

Con una lima piatta allargo e rifinisco l’intaglio dello step precedente.

Con una lima piatta allargo e rifinisco l’intaglio.

 

Il nastro di carta tiene uniti gli otto montanti e la lavorazione simultanea su di essi garantisce un incastro uguale per tutti.

Il nastro di carta tiene uniti gli otto montanti e la lavorazione simultanea su di essi garantisce un incastro uguale per tutti.

Utilizzando del nastro di carta che blocca i montanti della struttura delle cavigliere garantisco che tutti gli incastri siano alla medesima altezza ed abbiano la medesima profondità.

Nella fotografia a sinistra la freccia ROSSA mostra come il listello delle cavigliere entri alla perfezioni nell’incastro.

NB È importante che l’incastro non sforzi assolutamente altrimenti la parte superiore del montante si staccherà nello step successivo.

Dopo questo primo incastro taglio all’altezza esatta gli otto montanti.
Quattro di questi sono finiti e vanno messi da parte.

 

I fori delle caviglie

Sulle caviglie vengono stoppate alcune manovre prevalentemente quelle delle vele ma anche quelle necessarie ad issare i pennoni.
Queste manovre fanno TUTTE leva verso l’alto cioè “tirano” la struttura.
Per ridurre il carico è necessario che alcune di esse tirino verso il basso.

Per questo motivo alla base dei montanti, che sono delle strutture integrate nello scafo e quindi molto resistenti, si trovano spesso delle carrucole che servono per invertire il vettore di forza di alcune manovre.

In questo modo i progettisti sono riusciti ad alleggerire il carico totale che le mensole e le caviglie devono sopportare.

 

Fori per permettere il passaggio delle manovre e simulare la presenza di una o più carrucole.

Fori per permettere il passaggio delle manovre e simulare la presenza di una o più carrucole.

Si tratta di intagli ricavati alla base dei supporti dove sono  inserite all’interno una o più carrucole.
Nel modellismo saranno nascoste dal passaggio della relativa manovra.
Non trovo necessario quindi intagliare ed inserire una carrucola che tra l’altro è fuori scala in quanto troppo grossa.

Mi limito ad eseguire i fori (inferiore e superiore).

Per garantire un allineamento perfetto dei fori mi avvalgo di un trapano a colonna e foro soltanto metà listello, quindi lo giro e foro l’altra metà.

In questo modo i fori su entrambi i lati del listello sono sicuramente allineati anche nel caso la punta del trapano non lo fosse perfettamente.

 

Il secondo intaglio dei montanti

Le mensole sono sovrapposte e di conseguenza è necessario ricavare un secondo intaglio.

I capitelli delle strutture portanti sono rifiniti con un semplice ma elefante smusso.

I capitelli delle strutture portanti sono rifiniti con un semplice ma elefante smusso.

Il listello a sezione quadrata di questo ingrandimento misura solo 2 due millimetri per lato.

La freccia ROSSA evidenzia l’incastro eseguito in precedenza.
La freccia BIANCA invece mette in risalto il secondo intaglio eseguito solo con l’ausilio di una lima piatta. Questo “gradino” deve essere posto più in alto rispetto al precedente. Anch’esso deve però calzare alla perfezione con l’angolo delle mensole senza sforzare.
Infine la freccia GIALLA mostra la testa del montante con gli spigoli smussati utilizzando una lima.

 

Dopo avere realizzato i componenti basta assemblarsi le strutture.

Dopo avere realizzato i componenti basta assemblarsi le strutture.

Nella fotografia qui sopra si vedono i componenti necessari ad assemblare le cavigliere di trincetto e di maestra.
Differiscono sia per la lunghezza sia per il numero delle caviglie.

NB la freccia ROSSA a sinistra evidenzia una carrucola con il bordo intagliato a simulare la gola che accoglie la carrucola.

 

L’assemblaggio è ora molto facile da realizzare.

L’assemblaggio è ora molto facile da realizzare.

L’assemblaggio delle strutture è relativamente semplice, le mensole già incollate a formare delle “U” vanno incollate negli incastri dei quattro montanti.
A destra si vedono le due strutture finite.

 

La caviglie

Nei velieri le caviglie sono dei cilindri di legno con la parte superiore leggermente bombata e quella inferiore conica per permettere un inserimento nel foro della cavigliera.

Nei velieri più moderni alcune di queste sono sostituite con barre di ferro.

 

Le caviglie commerciali sono disponibili in diversi materiali e dimensioni.

Le caviglie commerciali sono disponibili in diversi materiali e dimensioni.

In commercio si trovano, purtroppo sempre con maggiore difficoltà, in diverse misure e materiali.

Quelle in legno sono più economiche ma anche più tozze e grosse, mentre quelle in metallo sono più snelle ma più care e di colore dorato.

I prezzi sono decisamente alti e possono raggiungere perfino 2 euro per una bustina da 10 pezzi. In un veliero medio ne vanno inserite alcune centinaia.

Ho scartato le caviglie in legno perché sono troppo grosse e fuori scala e una volta inserite nei fori delle cavigliere lo spazio nella parte superiore è troppo poco e non permette un corretto ancoraggio delle manovre e dei relativi imbandi.

Quelle in metallo sono valide per spessori e dimensioni ma sono care e quindi le escludo (almeno fin che non passa questa crisi economica).

Decido di costruirle con dei tondini di “plasticar” da 0,5 mm. di dimetro.

 

Provo ad inserire una prima caviglia in un foro per vedere come verrebbe il lavoro.

Provo ad inserire una prima caviglia in un foro per vedere come verrebbe il lavoro.

Taglio un pezzo di tondino e ne aggiusto l’altezza. Vedi freccia ROSSA.
Siccome devo ritagliare decine e decine di caviglie tutte alla medesima altezza mi devo costruire una dima.

 

Mi costruisco una dima per tagliare tutte lem caviglie alla medesima altezza.

Mi costruisco una dima per tagliare tutte lem caviglie alla medesima altezza.

Per garantire la medesima altezza a tutte le caviglie mi costruisco una dima da taglio.
Come si può ben vedere dall’immagine qui sopra ho utilizzato dei mattoncini di Lego.
Su uno di questi è posto uno spessore (visibile dal colore bianco).

 

Per aumentare gradualmente lo spessore della dima aggiungo degli strati di nastro di carta.

Per aumentare gradualmente lo spessore della dima aggiungo degli strati di nastro di carta.

Ho realizzato lo spessore incollando sul pezzetto di Lego del nastro da carrozziere.
Nella figura “A” si vede uno step con del nastro che attacco sul mattoncino.
Ritaglio l’eccesso e aggiungo un altro pezzo di nastro, e ancora uno e poi ancora e ancora fino ad arrivare alla quota desiderata.
Sovrapponendo quindi diversi starti di nastro di carta aumento lo spessore con una precisione impressionante.

 

Sulle struttura delle cavigliere di trinchetto e maestra della RRS Discovery Incollo le caviglie di plasticar e le dipingo di marrone.

Sulle struttura delle cavigliere di trinchetto e maestra della RRS Discovery Incollo le caviglie di plasticar e le dipingo di marrone.

Inserisco le caviglie nei fori e le fisso con una punta di colla.

Per finire dipingo di marrone le caviglie che così sembrano essere di legno.

NB già nell’immagine a sinistra si fa difficoltà a riconoscere il materiale delle caviglie perché ora sono mimetizzate, quando su di esse verranno stoppate le manovre ed avvolte le matasse di rife verranno di fatto quasi “sommerse” e si vedranno appena.

 

 

Questo articolo si bassa sulla RRS Discovery dell’esplorazione geografica dell’antartico del 1929 – 1903. ( BANZARE )

 

Le serpi di prua sono delle decorazioni collocate nella parte anteriore della nave e non hanno nessuna utilità pratica ma solo decorativa.

I decori sono spesso intagliati nel legno e dipinti sul rilievo in bianco o in oro in modo che risaltino sullo sfondo che è generalmente nero.

Sono anche piuttosto ricchi di dettagli, fregi ed elementi particolarmente complessi.

Considerando la scala minuta del modellino tipicamente compresa tra la 1:50 e la 1:100 risulta impossibile ricostruirli intagliando un listello di legno a meno che non possieda delle notevoli doti da scultore (ma non è il mio caso).

Nei negozi si possono acquistare solo per alcune navi (es. Victory, Bounty, ..) e solo in una o due scale di costruzione che corrispondono ai modelli a catalogo.

L’unica opzione percorribile consiste nel costruirseli da soli.

Fortunatamente al giorno d’oggi è facile trovare su internet delle fotografie molto accurate dei suddetti decori.

Queste vengono importate in un programma di grafica (come Gimp per esempio) dove vengono elaborate fino a raggiungere un’immagine bitmap (in banco e nero) .

 

Riprodurre i decori

metodo semplice (La stampa)

 

Il modo più semplice consiste nel stampare l’immagine, ritagliarla ed incollarla sulle serpi di prua.
L’unica accortezza consiste nel proteggere l’inchiostro e/o il toner della stampa, per il resto l’effetto sarà simile ad una decalcomania.

I decori delle serpi di prua sono stati stampati con una laser economica.

I decori delle serpi di prua sono stati stampati con una laser economica.

Nella foto qui sopra si vede bene la stampa (di prova) delle decorazione delle serpi di prua.

NB si vedono anche altri elementi come la scritta “Discovery”, gli ovali per il passaggio delle gomene e i tre anellini per le manovre delle vele maggiori.

 

Riprodurre i decori

metodo elegante (Il timbro)

 

Un metodo decisamente più elegante consiste nel ricreare anche lo spessore del decoro che può variare tra gli 0,2 e 1 mm. che corrispondono (nella scala 1:72 rispettivamente ad un intaglio profondo 1,5 e 7 cm.)

Io decido (dopo diverse osservazioni) di ricavare uno spessore di 0,5 mm.

L’immagine precedente mostra un rettangolo nero con le scritte e i disegni in bianco.
Quella immagine (a 600 DPI) mi serve per realizzare un timbro in silicone.
La porto in un centro di stampa e mi limito a ritiralo il giorno dopo.

NB) Quando si ordina il timbro si deve specificare che le scritte debbano essere leggibili sul silicone del timbro e non quando verrebbero timbrate” sulla carta.

 

Per i decori delle serpi di prua della RRS Discovery ho utilizzato uno stampo in silicone.

Per i decori delle serpi di prua della RRS Discovery ho utilizzato uno stampo in silicone.

Con il silicone del timbro mi ricavo uno stampo (sempre in silicone) nel quale verso la resina ed ottengo una copia del timbro.

Questa copia è di resina rigida che posso dipingere e modificare come voglio e mi consente di ricavare tutti gli elementi.

Nel caso qualcosa andasse storto mi basta rifare la colata e ricominciare daccapo.

Il silicone del timbro che ho acquistato invece non si presta facilmente ad essere dipinto e rimane sempre elastico.

Nell’immagine qui sopra ho utilizzato una resina nerastra dove i decori andrebbero dipinti di bianco, ma… ovviamente ci sono tanti minuti particolari che non è semplice dipingere del colore bianco perché è uno dei meno coprenti e mi costringerebbe a passare almeno cinque o sei mani.

La soluzione consiste nell’utilizzare della resina bianca.

 

Per ottenere una resina biancastra ho acquistato questo prodotto.

Per ottenere una resina biancastra ho acquistato questo prodotto.

Anche la resina bianca (o questa marca) è bi-componente da mescolarsi in parti uguali.

Rispetto alle altre resine di colaggio che ho adoperato in passato questa deve essere mescolata MOLTO ma MOOOLTO bene e a lungo anche un quarto d’ora grattando il fondo con l’apposito cucchiaino.

 

La resina bianca è molto più densa e deve essere mescolato per almeno un quarto d’ora.

La resina bianca è molto più densa e deve essere mescolato per almeno un quarto d’ora.

Alla fine l’impasto si presenta color avorio viscoso e denso.

 

Ottengo uno stampo di resina bianca.

Ottengo uno stampo di resina bianca.

Dopo il colaggio l’impasto è diventato quasi bianco, ovviamente si è anche irrigidito.

Il tempo di “essicazione” è più lungo rispetto alle altre resine e nonostante avessi eseguito un colaggio molto sottile ha impiegato più di 24 ore a catalizzarsi del tutto.

 

Coloro di nero lo stampo di resina bianca.

Coloro di nero lo stampo di resina bianca.

Lo step successivo consiste nel dipingere l’intero stampo con del colore nero acrilico ed aspettare che si asciughi.

 

Con una carta abrasiva faccio emergere la trama dei decori ora bianchi su sfondo nero della RRS Discovery.

Con una carta abrasiva faccio emergere la trama dei decori ora bianchi su sfondo nero della RRS Discovery.

Strofino sullo stampo un pezzo di carta abrasiva all’acqua di grana 800.

Si tratta della stressa carta abrasiva utilizzata dai carrozzieri, si bagna la superficie e si gratta DOLCEMENTE per asportare solo lo strato superficie della vernice nera.

 

Con questo sistema faccio emergere tutti i dettagli della decorazione delle serpi di prua.

Con questo sistema faccio emergere tutti i dettagli della decorazione delle serpi di prua.

Alla fine, gratta- gratta sono emersi tutti i più minuti dettagli dello stampo.
Sarà sufficiente ritagliare ed incollare lo stampo sulle serpi di prua.

Costruire le serpi di prua

Le serpi di prua creano un collegamento (anche visivo) tra lo scafo e l’albero di bompresso e di conseguenza si devono perfettamente armonizzare nel loro insieme.

 

TRUCCO:

Un semplice trucco per rendere armonico l’insieme della prua consiste nel costruire per primo l’albero di bompresso e solo successivamente costruirci sopra le serpi di prua.

Con un cartoncino costruisco la sagoma della ruota di prua.

Con un cartoncino costruisco la sagoma della ruota di prua.

Costruisco una sagoma che mi delimiti gli ingombri MASSIMI della ruota di pru.

 

La ruota di prua è costruita in legno.

La ruota di prua è costruita in legno.

Avvalendomi della stampa dei decori realizzo un abbozzo della suddetta ruota.
In questo step lo spessore è di 3 mm. cioè uguale allo spessore del diritto di prua e della lama rompighiaccio.

 

In questa immagine ho eseguito una prova tecnica per valutare le proporzione dei decori e della ruota di prua.

In questa immagine ho eseguito una prova tecnica per valutare le proporzione dei decori e della ruota di prua.

La parte più esterna dovrà mantenere lo spessore (TOTALE) di 3 mm. ma, considerando anche lo spessore della resina del decoro lo devo ridurre a circa la metà.

 

Riduco lo spessore la centro della ruota di prua e la incollo sullo scafo.

Riduco lo spessore la centro della ruota di prua e la incollo sullo scafo.

Nella foto qui sopra ci sono alcuni particolari che ho evidenziato, e precisamente:

  1. Freccia BLU: L’albero di bompresso è stato assemblato su un piano di lavoro a parte ed infilato nella punta dello scafo. Il fuso inferiore presente una sezione quadrata che deve essere mantenuta.
  2. Freccia BIANCA: per il momento mantengo ancora diritto il profilo della ruota di prua, L’attaccatura allo scafo rimane a 3 mm. di spessore.
  3. Freccia ROSSA: la parte finale della ruota di prua è stata asportata e sostituita con dei listelli da 1,5 mm. di spessore.

 

Una volta incollato il decoro scavo lo spazio per accogliere lo scudo in la bandiera inglese.

Una volta incollato il decoro scavo lo spazio per accogliere lo scudo in la bandiera inglese.

Le serpi di prua sono simulate dallo spessore della resina del decoro che è di poco inferiore al millimetro. La freccia GIALLA indica il punto dove andrò ad inserire i rinforzo del foro di cubia per fare passare le catene dell’ancora.

Gialla indica dove ho scavato l’area che accoglierà lo scudo con la bandiera inglese.

La freccia BIANCA indica la parte inferiore della ruota di prua dove ho incollato dei listelli per aumentare lo spessore totale.

 

Lo scudo con la bandiera inglese

Lo scudo con la bandiera inglese merita un approfondimento speciale.
Si tratta di un elemento del decoro delle serpi a forma cilindrica che unisce i due lati dello scafo.

Su un foglio di carta ho stampato delle bandiere inglesi e australiane in diversi misure.

Su un foglio di carta ho stampato delle bandiere inglesi e australiane in diversi misure.

Per realizzare la struttura parto da un listello di legno di tiglio a sezione quadrata da tre millimetri di lato.
Arrotondo la parte superiore fino ad ottenere un semicerchio.
Sullo sfondo si vede un foglio di carta dove ho stampato alcune bandiere inglesi e australiane di diverse misure in modo da poter scegliere quelle più adatte.

 

Sullo scudo in legno incollo una bandiera inglese.

Sullo scudo in legno incollo una bandiera inglese.

  1. Nel riquadrino si vede la sagoma scolpita dello scudo e una bandiera ritagliata dal foglio di carta.
  2. Nel riquadrino cospargo di colla vinilica la parte superiore dello scudo.
  3. Nel riquadrino incollo la bandiera in modo che sia centrata sullo scudo.
La prua della RRS Discovery è ora completa dell’albero di bompresso, dei decori delle serpi di prua, dello scudo con la bandiera inglese e dell’occhio di cubia con i relativi rinforzi.

La prua della RRS Discovery è ora completa dell’albero di bompresso, dei decori delle serpi di prua, dello scudo con la bandiera inglese e dell’occhio di cubia con i relativi rinforzi.

In questa foto finale si può apprezzare il dettaglio elevato dei decori delle serpi con lo scudo in rilievo.

Alla sinistra si vede l’occhio di cubia con i relativi rinforzi.
Si può notare come la ruota di prua sia stata arrotondata e resa meno invasiva

 

Il foro del bompresso

L’albero di bompresso sporge dalla prua con una inclinazione generalmente compresa tra i 20 ed i 35 gradi.

La difficoltà consiste nel forare la punta della prua con l’inclinazione corretta.

Se eseguo il foro a mano libera rischio seriamente di ottenere un angolo leggermente diverso da quanto richiesto dal modellino che costruisco; inoltre il foro deve rimanere anche in linea con la mezzeria dello scafo altrimenti il bompresso verrà posizionato fuori asse.

Osservando o i piani di costruzione (che io non ho !!!) oppure le fotografie reperite su internet è relativamente semplice e facile ricavare l’angolo di attacco e segnare su un foglio di carta quadrettata (o millimetrata) la relativa retta.

Con dei mattoncini di Lego mi costruisco una semplice dima che mi garantisce l’esatto angolo di innesto del bompresso.

Con dei mattoncini di Lego mi costruisco una semplice dima che mi garantisce l’esatto angolo di innesto del bompresso.

La difficoltà consiste nel ricavare un supporto o una dima che mantenga detto angolo.

Nell’immagine qui sopra si possono notare come le due frecce ROSSE (una relativa alla linea dell’angolo di attacco e l’altra alla matita) risputino parallele.

Per ottenere ciò averi potuto ritagliare da una tavoletta di compensato da 5 mm di spessore la suddetta sagoma oppure ingegnarsi e costruirla in modo alternativo.

In casa ho moltissimi mattoncini di Lego con i quali ormai in miei figli non ci giocano più e quindi ho deciso di adoperarli assemblando una struttura con una matita (a costo zero).

 

Per ottenere la corretta altezza oltre ad aggiungere degli spessori (sempre di Lego) avvicino o allontano la dima dalla punta della nave.

Per ottenere la corretta altezza oltre ad aggiungere degli spessori (sempre di Lego) avvicino o allontano la dima dalla punta della nave.

Dopo avere ottenuto e garantito l’angolo corretto devo anche garantire l’altezza esatta.

Per fare ciò ho alzato la base con la matita utilizzando altri componenti di Lego. (freccia ROSSA in basso).
Appoggio quindi il minitrapano sulla matita ed avvicino o allontano il tutto fino a fare toccare la punta del trapano sulla prua della RRS Discovery. (Vedi la freccia ROSSA doppia in centro).

Il segno GIALLO evidenzia il corretto angolo per forare ed inserire il bompresso.

 

Avvalendomi della dima appena costruita foro la punta della RRS Discovery.

Avvalendomi della dima appena costruita foro la punta della RRS Discovery.

Questa seconda immagine evidenzia molto bene il concetto espresso.

NB quando si esegue il foro si deve mantenere FERMA la struttura di sostegno e muovere in avanti solo il minitrapano.

Con questa piccola accortezza si riesce ad eseguire un foro con la corretta angolazione .

 

I candelieri di prua della RRS Discovery

 

Negli step lavorativi del rivestimento dello scafo del primo e del secondo fasciame ho mantenuto nella zona della prua un’altezza generosa (di circa 3 mm. in più di quanto mi fosse necessario).

Le mura del castello di prua rimangono molto basse.

Le mura del castello di prua rimangono molto basse.

Il trincarino del ponte del castello di prua della RRS Discovery rimane quasi a filo delle mura fino all’estremità della prua dove sono presenti le ancore. Da questa zona e fino alla punta della prua il rivestimento delle fiancate si alza a formare un rinforzo. (Vedi il segno ROSSO).

 

Utilizzo un lisciatoio per abbassare le mura fino al livello del ponte.

Utilizzo un lisciatoio per abbassare le mura fino al livello del ponte.

Il primo lavoro consiste nel rivestire il tavolato del ponte con DUE strati di carta da carrozziere in modo da proteggerlo.
Con il solito lisciatoio pareggio i bordi dello scafo fino a quasi toccare il primo strato di nastro di carta.
Questa operazione non è difficile ma si deve prestare attenzione a non creare degli scalini o delle irregolarità lungo il bordo superiore.

 

A prua mantengo l’altezza delle mura.

A prua mantengo l’altezza delle mura.

Termino l’abbassamento del parapetto in prossimità della prua laddove le murate iniziano ad alzarsi.

 

Devo aumentare l’altezza delle mura a prua.

Devo aumentare l’altezza delle mura a prua.

Le fiancate della prua sono molto più in alto rispetto al ponte ed allora devo aggiungere due spezzoni di legno per aumentare l’altezza.

La freccia ROSSA evidenzia un dettaglio difficile da cogliere dalla fotografia ossia che anche la punta NON è diritta ma segue una curvatura che seppur leggera è presente e deve essere mantenuta.

Incollo per primo un listello più largo che arrotondo all’interno ma lascio sbordare all’esterno.
Sopra a questo incollo un listello di tiglio a sezione quadrata da 3 x 3 mm. che ho precedentemente curvato a mano.

 

Sulla prua della RRS Discovery aggiungo altri elementi in legno.

Sulla prua della RRS Discovery aggiungo altri elementi in legno.

Aggiungo altri elementi (frecce GIALLE) per le murate con un’altezza intermedia.
La freccia ROSSA mastra come dal listello dello step precedente sia stata creata una gola per far passare le gomene.
Le dimensioni e le posizioni di questi elementi aggiuntivi sono dedotte dalle fotografie tratte da internet.

I candelieri di prua

Su tutto il perimetro del castello di prua troviamo dei candelieri a tre fori con dei tubi passanti che formano una ringhiera.
Ho acquistato dei candelieri a tre fori alti 20 mm. che rapportati alla scala di 1:72 rappresentano nella realtà un parapetto alto circa un metro e mezzo che è una misura verosimile per una spedizione antartica.

Dalle fotografie scattate a Dundee in Scozia dove è ormeggiata la RRS Discovery ho notato che i candelieri sono posizionati in modo molto casuale e con distanze tra gli stessi molto irregolari ma… mi prendo una “licenza poetica” e rendo tali distanze regolari.

 

Foro il parapetto ed inserisco i candelieri a distanze regolari.

Foro il parapetto ed inserisco i candelieri a distanze regolari.

Definisco con un compasso le posizioni dove forare il parapetto.
Il foro è poco più stretto del candeliere in modo che entri e rimanga fermo con la sola pressione ma al contempo non rompa o fessuri il legno del parapetto.
Ad ogni modo cospargo di colla Attak la punta del candeliere e la infilo a pressione.
Per garantirmi l’allineamento dei passamani infilo uno spezzone di filo di acciaio armonico nel foro superiore del candeliere. (Vedi freccia ROSSA).

 

Per allineare i fori dei passamani inserisco uno spezzone di filo di acciaio e ruoto il candeliere fino a renderlo parallelo alla fiancata.

Per allineare i fori dei passamani inserisco uno spezzone di filo di acciaio e ruoto il candeliere fino a renderlo parallelo alla fiancata.

Ruoto il candeliere fintanto che il filo di acciaio non è parallelo al parapetto. (Vedi freccia ROSSA).

 

Come mantenere le distanze corrette

Può capitare a volte che alcuni elementi delle sovrastrutture o attrezzature del ponte debbano essere collocate secondo degli schemi geometrici ben precisi quali il quartato, il rettangolo, l’esagono o l’ottagono.

In questo caso la RRS Discovery ha molte attrezzature sul ponte del castelletto di prua e in particolare al centro (attorno all’argano verticale) sono disposte due prese d’aria e quattro oblò che devono essere tutti equidistanti dall’argano stesso; in pratica sono collocati a forma di esagono.

Dalle fotografie si ricavano le informazioni necessarie per definire gli oggetti e le posizioni degli stessi.

Dalle fotografie si ricavano le informazioni necessarie per definire gli oggetti e le posizioni degli stessi.

Dalle osservazioni delle fotografie si deducono gli elementi e la disposizione degli stessi nonché la disposizione sul ponte e le distanze dalla mezzeria e dai parapetti.

 

Per disegnare un esagono è sufficiente un compasso.

Per disegnare un esagono è sufficiente un compasso.

Per allineare sei elementi disposti in cerchio rispetto al vertice si potrebbe utilizzare un compasso per disegnare un cerchio e poi sempre con lo stesso segnare i vertici.
(Come ci hanno insegnato a scuola).

 

MA…. questo sistema presenta diverse criticità:

    1. Il cerchio disegnato con la matita dovrà essere cancellato con la gomma con il rischio di “grattare” il tavolato del ponte ed asportare il mordente.
    2. Usando il compasso non è semplice identificare con una precisione assoluta la posizione del primo vertice e di conseguenza l’esagono non sarà in asse con lo scafo.
    3. Per avere un’idea dell’insieme è necessario disegnare prima l’esagono sul ponte con il rischio che sia troppo piccolo o troppo grande o peggio ancora fuori asse (e in ogni caso dovrà essere cancellato!)

 

Un esagono di carta sul pinte della RRS Discovery consente un posizionamento delle sovrastrutture più accurato.

Un esagono di carta sul pinte della RRS Discovery consente un posizionamento delle sovrastrutture più accurato.

Un’alternativa valida consiste nel stampare su un foglio di carta un esagono (creato con gimp o con un altro programma di grafica) ritagliare la sagoma e posizionarla sul piano del ponte e valutare come si presenta.

Ovviamente è semplice ed immediato ingrandire o rimpicciolire l’esagono fino ad ottenere la dimensione desiderata.
In questo caso i sei lati dell’esagono deve essere uguali alla larghezza delle tavole centrali (i “King Planks”).

Al centro dell’esagono andrà incollato l’argano per cui blocco l’esagono di carta con una MICROSCOPICA punta di colla vinilica al centro.

Ai vertici dell’esagono incollo sei tondini di carta nera che simulano l’anello della calafatura che impedisce all’acqua di penetrare nello spazio tra gli oblò e il tavolato del ponte.

 

Incollo per primi quattro oblò sui vertici dell’esagono.

Incollo per primi quattro oblò sui vertici dell’esagono.

Sopra ai tondini di carta nera incollo quattro oblò (evidenziati dalle frecce ROSSE).

 

Incollo due prese d’aria sui vertici anteriori dell’esagono incollato sul ponte della RRS Discovery.

Incollo due prese d’aria sui vertici anteriori dell’esagono incollato sul ponte della RRS Discovery.

Sui due tondini anteriori di carta nera incollo due prese d’aria rivolte verso la prua.
Anche queste sono evidenziati dalle frecce ROSSE.

 

Distacco facilmente l’esagono di carta dal ponte ed ottengo i sei elementi tutti perfettamente equidistanti.

Distacco facilmente l’esagono di carta dal ponte ed ottengo i sei elementi tutti perfettamente equidistanti.

Quando gli elementi si sono bene incollati tolgo l’esagono di carta che ricordo essere incollato solo al centro.

 

Al centro dell’esagono di carta rimane una traccia di colla che verrà coperta dell’argano.

Al centro dell’esagono di carta rimane una traccia di colla che verrà coperta dell’argano.

Dopo questo step sul ponte rimane un alone di colla vinilica evidenziato dal cerchio ROSSO.

Se questa zona del ponte dovesse rimanere libera sarebbe stato sufficiente proteggerla con un pezzettino di carta da carrozziere ed incollare l’esagono sopra ad essa.

 

Una vista prospettica delle soprastrutture disposte ad esagono sul ponte della RRS Discovery.

Una vista prospettica delle soprastrutture disposte ad esagono sul ponte della RRS Discovery.

Incollo l’argano esattamente al centro.

NB) Nonostante ci siano due tipi di sovrastrutture dalle dimensioni diverse (oblò e prese d’aria) questo sistema garantisce un perfetto allineamento e posizionamento.

 

Una vista aerea delle soprastrutture disposte ad esagono sul ponte della RRS Discovery.

Una vista aerea delle soprastrutture disposte ad esagono sul ponte della RRS Discovery.

In questa vista aerea si nota l’esatta disposizione delle strutture.

 

Eseguire delle curvature molto strette.

 

In questo articolo illustro una tecnica che consente di piegare dei listelli di legno con angoli molto stretti.

La necessità di eseguire dette piegature è emersa quando dovevo realizzare dei tralicci per sostenere le sovrastrutture della RRS Discovery (ora ormeggiata a Dundee e trasformata in un museo).

Questi dovevano essere stretti e con una piegatura quasi ad angolo retto.

Se provo a piegare un listello a sezione quartata da 2 x 2 mm con una curvatura di soli 20 mm. mi si spezza sempre (qualunque tecnica utilizzi!).
Ho provato ad utilizzare dei profili in ottone ma questi si deformavano (e… poi non erano in legno.)

La prima operazione da fare consiste nel costruire una dima di cartoncino (o carta) che ricalchi fedelmente  la forma del traliccio.

Una sagoma di carta mi serve per costruire la dima per i tralicci della RRS Discovery.

Una sagoma di carta mi serve per costruire la dima per i tralicci della RRS Discovery.

La forma e la dimensione sono deducibili dalle fotografie tratte da internet.
La freccia ROSSA mostra appunto detta sagoma che mi permetterà di costruire una dima.

 

PREMESSA:

  • Una complicazione è data dal fatto che i tralicci saranno sopraelevati rispetto al vano della caldaia e saranno agganciati ai parapetti destro e sinistro.
  • I tralicci ancorati al parapetto saranno in tutto tre più uno agganciato ad un solo parapetto.
  • Siccome è molto difficile misurare la larghezza dal parapetto destro a quello sinistro con una tolleranza praticamente nulla decido di semplificare il lavoro realizzando il traliccio in due metà che poi unirò in seguito.
  • Inoltre i tre tralicci  hanno delle lunghezze differenti (di circa un millimetro) dovute alla curvatura dello scafo.

Con la sagoma di carta realizzo una dima in legno.

I listelli che scelgo per questo lavoro devono essere perfetti, senza nodini, senza svergolature e con le venature perfettamente longitudinali e abbiano il medesimo colore.

 

Costruisco una dima di legno abbastanza alta e lunga per piegare i listelli del traliccio.

Costruisco una dima di legno abbastanza alta e lunga per piegare i listelli del traliccio.

Nella figura “A” si vede la sagoma di carta e la dima di legno di compensato da 4 mm.
La dima è ricavata da uno scarto ma è importante che sia alta quanto la dima (o di più ma non di meno) e che sia abbastanza lunga (circa 15 – 20 cm.).

Nella figura “B” si vedono dei listelli di legno di noce da 2 mm. di larghezza e 0,5 di spessore.

Per aumentare lo spessore del listello ne incollo tre uno spora all’altro, così da ottenerne 1,5 mm.

Questi devono essere piuttosto lunghi (almeno 20 cm.) per permettere una lavorazione agevole.

 

Incollo tre listelli di legno di noce per formarne uno più grosso.

Incollo tre listelli di legno di noce per formarne uno più grosso.

Nella figura “C” si vedono alcuni listelli dalla larghezza di 2 mm. (feccia ROSSA) .
La freccia GIALLA mostra come abbia spalmato la colla vinilica su un listello.
La colla deve ricoprire TUTTA la superficie del listello senza lascare nemmeno delle tracce scoperte.

Nella figura “D” la freccia BLU mostra i tre listelli incollati uno sull’altro.

A questo punto mi ritrovo tre listelli cosparsi di colla disposti a strato uno sopra all’altro.

NB In questo step lavorativo si deve lavorare con la colla bagnata (non deve asciugarsi).

Fisso dapprima il lato lungo del listello da piegare.

Fisso dapprima il lato lungo del listello da piegare.

Con la colla vinilica ancora bagnata appoggio i tre listelli incollati tra di loro sulla dima lasciando sporgere una porzione generosa.

Con del nastro di carta blocco con decisione la parte diritta dei listelli.

 

La fase successiva è la più critica

Fisso il lato corto del listello da piegare.

Fisso il lato corto del listello da piegare.

Questa è la fase più critica perché devo piegare i tre listelli.

Mentre eseguo la curva il listello esterno percorrere una lunghezza maggiore di quello interno e quindi “scivola” su quello vicino o adiacente.

In pratica i tre listelli si muoveranno gli uni rispetto ali altri ed è per questo motivo che la colla NON DEVE ESSERE ASCIUTTA.

La freccia GIALLA mostra appunto la curvatura che pur essendo molto stretta viene assecondata senza problemi dai listelli che molto sottili (in questo caso da 0,5 mm.).

La freccia ROSSA evidenzia il mastro di carta che blocca il listello in posizione.

 

Ottengo una piega molto stretta per el sovrastrutture del veliero o galeone.

Ottengo una piega molto stretta per el sovrastrutture del veliero o galeone.

Per imprimere la curvatura asciugo velocemente su una fiamma per circa 5 minuti muovendo in continuazione il manufatto per impedire che il legno si annerisca o peggio si bruci.

In questo modo è evaporata solo l’umidità superficiale ma i tre listelli sono tutti ancora intrisi di colla.

Prima di procedere oltre aspetto che la colla si asciughi completamente (almeno 48 ore).

Alla fine ottengo un legno composito (formato da tre strati) con una curva davvero molto ma molto stretta.

Per aumentare lo spessore basta aggiungere altri strati di legno.

La giunzione

Per realizzare il traliccio del veliero incollo due curve con un incastro a tenone.

Per realizzare il traliccio del veliero incollo due curve con un incastro a tenone.

Per formare un traliccio ad arco che vada da un parapetto all’altro eseguo nella mezzeria un incastro a tenone lungo circa un terzo.

Dopo le dovute misurazione e correzioni ottengo la lunghezza esatta al decimo di millimetro.

Incollo i due semiarchi ed aspetto che la colla sia asciughi (questa volta solo 24 ore).

 

Con un lisciatoio pareggio l’incastro a tenone.

Con un lisciatoio pareggio l’incastro a tenone.

Con un lisciatoio pareggio lo spessore del traliccio in modo che sia uniforme.

Muovo il lisciatoio in DIAGONALE avanti ed indietro sia dal alto interno che da quello esterno.
La freccia GIALLA mostra il traliccio.

 

Liscio anche i lati del traliccio delle sovrastrutture della RRS Discovery.

Liscio anche i lati del traliccio delle sovrastrutture della RRS Discovery.

Anche i bordi devono essere rifiniti, il progetto della RRS Discovery prevede una larghezza di 1,5 mm. e non di 2 come invece hanno i listelli che ho incollato.

Sempre con il lisciatoio e sempre in diagonale assottiglio la struttura.

Questa operazione è delicata perché si potrebbe rompere o “piegare” la curvatura visibile dalla freccia GIALLA.

 

Incollo in posizione il traliccio delle sovrastrutture.

Incollo in posizione il traliccio delle sovrastrutture.

Alla fine di questo lavoro ho ottenuto un listello in robusto legno di noce dalla sezione quadrata da 1,5 mm. di lato che tocca esattamente i due parapetti dove verrà incollato senza problemi.

 

Un dettaglio di come si possa curvare un listello con un angolo assai stretto.

Un dettaglio di come si possa curvare un listello con un angolo assai stretto.

In questa fotografia si può ammirare la naturalezza di questa piegatura.

I passa-catene

Nei negozi di modellismo (o più spesso negli e-store su internet) si riescono ad acquistare dei passa-catene in metallo dorato che hanno due o tre misure.
Si tratta di accessori costosi (anche 2 euro ciascuno)  grossi e spesso fuori scala.
Molto spesso la forma NON coincide con quanto richiesto dal modellino.

Con queste considerazioni e più semplice costruirsele in proprio.

Questo post si riferisce al modello della RRS Discovery

Nella RRS Discovery la catena della ruota del timone aggira i due capanni a poppa e permette di manovrare il timone.

Nella RRS Discovery la catena della ruota del timone aggira i due capanni a poppa e permette di manovrare il timone.

I passa-catene sono indispensabili per aggirare i due capanni a poppa e consentire di manovrare il timone.

Sono formati da una piccola carrucola dal diametro di circa 8 – 10 cm e da una guida di ferro che impedisce alla catena di uscire.

Nell’immagine qui sopra è evidente il percorso che la catena del timone deve seguire.

 

Per realizzare la ferramenta del passa-catene utilizzo della carta di colore nero.

Per realizzare la ferramenta del passa-catene utilizzo della carta di colore nero.

In totale cono necessarie 4 passa-catene.
Inizio il lavoro ritagliando quattro strisce di carta nera.
Con le forbicine assottiglio la parte intermedia.

 

Incollo un’estremità delle strisce di carta nera sul ponte.

Incollo un’estremità delle strisce di carta nera sul ponte.

Le strisce di carta nera sono lunghe circa 5 mm.
Un’estremità viene incollata con  la vinilica (freccia ROSSA)  avendo l’accortezza di posizionarle in diagonale.

 

Foro al centro della striscia di carta nera.

Foro al centro della striscia di carta nera.

Step A: Con un punteruolo buco la carta nera incollata la tavolato del ponte.
Step B: Foro con una punta dal diametro di 0,5 mm.

 

Nel foro infilo un tondino di legno di noce da 0,5 mm. di diametro.

Nel foro infilo un tondino di legno di noce da 0,5 mm. di diametro.

Step C: Incollo nel foro un tondino di legno di noce dal diametro di 0,5 mm. Siccome non è facile reperire dei tondini di legno così sottili questi possono essere sostituiti con altri in ottone o in  plastica.
Step D: Appoggio sul tavolato del ponte un listello di scarto da 0,7 mm. di spessore.

Questo mi servirà a mantenere un’altezza uguale su tutti e quattro i passa-catene.

 

Recido il tondino ad un’altezza di soli 0,7 mm.

Recido il tondino ad un’altezza di soli 0,7 mm.

Step E: Con un tronchetto APPOGGIATO sul listello recido il tondino di noce.
Step F: Ottengo un’altezza del tondino di noce di soli 0,7 mm.

 

Incollo la catena in posizione.

Incollo la catena in posizione.

Step G: Stendo la catena nel suo percorso attorno ai capanni di poppa e in corrispondenza dei passa-catene la blocco con una punta di colla ciano acrilica.
Step H: Utilizzo uno spezzone di tondino di noce per creare un anello.
Step I: Con una pinzetta ripiego la strisci a di carta nera e incollo l’estremità sopra al tondino di legno.

A colla asciutta estraggo il tondino.

 

A lavoro finito la catena è nella sua sede e i passa-catene sono di dimensioni contenute.

A lavoro finito la catena è nella sua sede e i passa-catene sono di dimensioni contenute.

In queste due immagini si possono osservare i passa-catene finiti e dalle dimensioni molto contenute.

INVASATURA

Di solito l’invasatura o piedistallo finale o bacheca da esposizione viene realizzata e montata per ultimo, a modello finito o quasi.
Con lo scafo rivestito in rame invece si rende necessario realizzarlo molto prima e precisamente appena ultimato il rivestimento dello stesso.

In commercio ci sono molte possibilità alcune eleganti come per esempio le colonnine in ottone che vanno infilate nella chiglia e bloccate alla stessa tramite una vite altre invece più solide o più decorative come i delfini o le sirene.

A me serviva un’invasatura che fosse sia elegante, sia solida, sia discreta al fine di non sminuire il modello finito.
Ho optato per 4 piedistalli fissati ad una tavoletta di noce massello.

La base dell’invasatura è costituita da una tavola di legno massello.

La base dell’invasatura è costituita da una tavola di legno massello.

I listelli di noce duro utilizzati nella costruzione sono a profilo quadrato e nelle misure di:

10 x 10 mm
8 x 8 mm
6 x 6 mm

Per i sostegni alla chiglia utilizzo i primi due (10×10 mm. e 8×8 mm.) che sono quelli di maggiore dimensione; vengono incollati sovrapposti con gli spigoli tagliati a 60°.
Al centro in corrispondenza della mezzeria ho ricavato una tacca di 2 mm in modo da infilare la chiglia e garantire una maggiore stabilità.
in questo modo la chiglia non può uscire dalla sua sede e lo scafo non può inclinarsi lateralmente.

I quattro sostegni vengono incollati sulla tavoletta di legno.
Nell’intaglio realizzato nella mezzeria ho praticato un foro di invito da 1,5 mm profondo circa 25 mm. atto ad accogliere una vite in ottone (così non arrugginisce) per  legno fissando il piedistallo alla tavoletta.

 

Il modellino è messo a bolla sulla tavola di legno massello.

Il modellino è messo a bolla sulla tavola di legno massello.

Lo scafo viene messo perfettamente a bolla e quindi bloccato tramite carta da carrozziere.

Piccola precisazione: si deve verificare che anche il tavolo o la base di appoggio siano a bolla.

 

I sostegni laterali sono in noce a sezione quadrata.

I sostegni laterali sono in noce a sezione quadrata.

Per i sostegni laterali (evidenziato dalle frecce NERE) ho utilizzato i listelli a sezione quadrata da 8×8 mm. e 6×6 mm. anch’essi incollati gli uni sugli altri.
Ero indeciso se utilizzare solo i sostegni centrali oppure anche quelli a poppa e a prua, dopo una verifica ho valutato che utilizzando tutti e quattro i sostegni ottengo maggiore stabilità ed anche l’aspetto estetico si migliora.