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COME SI CALCOLA LA DISTANZA DELLE ORDINATE DI UNO SCAFO

Le ordinate di una nave rappresentano lo scheletro portante e svolgono una funzione di fondamentale importanza per la stabilità e la robustezza dello scafo.

Nei kit troviamo un’ordinata ogni 5, 7 o anche 10 cm (spesso come estensione delle false ordinate)  ma nella realtà queste erano assi più numerose e praticamente quasi riempivano tutto lo scafo.

Senza entrare troppo nella tecnica della costruzione di uno scafo ho voluto semplificare il concetto e spiegare con dei disegni questo passaggio affinché fosse il più chiaro possibile.

si disegnano sulla carta le ordinate e le false ordinate

si disegnano sulla carta le ordinate e le false ordinate

Su un foglio di carta quadrettata si riporta la posizione dei sabordi (le aperture dei cannoni) di due ponti di batterie così come saranno posizionati e quindi visibili sullo scafo ultimato.
È opportuno mantenere il disegno nella scala corretta in modo tale da verificare ad occhio lo sviluppo del lavoro.
Ai lati dei sabordi si tracciano delle linee verticali verde scuro che rappresentano le ordinate vere e proprie quelle cioè che partendo dalla chiglia arrivano fino all’impavesata senza interruzione di continuità . È importante disegnare queste rette con lo spessore dei listelli che verranno adoperati nella riproduzione delle ordinate (normalmente 2 o 3 mm.).
Siccome nelle navi vere le aperture dei sabordi sono di notevole larghezza per irrobustire ulteriormente lo scafo si inseriscono delle “finte ordinate” o ordinate di riempimento tracciate in verde chiaro (possono essere anche più di una).

si disegnano sul compensato pretagliato allegato ai kit le linee delle ordinate

si disegnano sul compensato pretagliato allegato ai kit le linee delle ordinate

Dalla teoria alla pratica il passo è breve, si riportano quindi sui due compensati pretagliati le linee verde scuro (le vere ordinate)  e verde chiaro (ordinate di riempimento). Per evitare di macchiare il rivestimento finale è preferibile riportare il colore dal lato che rimarrà interno allo scafo.

per verificare visivamente quanto fatto finora si accostano i due compensati pretagliati

per verificare visivamente quanto fatto finora si accostano i due compensati pretagliati

Accostando i due compensati appare evidente la disposizione delle ordinate, nella realtà lo spazio che rimane tra queste veniva riempito da altre assi di legname chiamati “imbuoni”(qui colorate in violetto).

si calcola sulle impavesate la distanza delle ordinate

si calcola sulle impavesate la distanza delle ordinate

Le ordinate corrono parallele ai lati dei sabordi e terminano sulle impavesate dove sono visibili nella loro parte terminale (normalmente anche più stretta).

Essendo verticali, si deve per prima cosa calcolare la posizione dei sabordi della batteria inferiore.
Ci si può aiutare con un listello che abbia la stessa larghezza di un sabordo (al limite mezzo millimetro più stretto per compensare lo spessore della mina della matita), quindi si tracciano sulle impavesate i due segni a matita.

sulle impavesate si incollano nella posizione definitiva le ordinate

sulle impavesate si incollano nella posizione definitiva le ordinate

Alla fine si incollano sulle impavesate i listellini quadrati che simulano le ordinate che corrono parallele ai sabordi dei ponti delle batterie inferiori.
Si può notare come non siano equidistanti.

Questo calcolo va fatto anche per valutare le dimensione della lunghezza dei carabottini che verranno incollati sui ponti in quanto sono delimitati dai bagli fissati sulle ordinate.

 

 

 

RIVESTIRE IL PONTE DI COPERTA

Il ponte può essere rivestito utilizzando anche dei listelli a lunghezza intera ma risulterebbe poco realistico in quanto vengono a mancare tutti i dettagli delle giunture di testa, è preferibile quindi optare per il rivestimento con listelli corti.
Per rivestire il ponte di una nave non è prevista una lunghezza standard delle tavole, ma queste devono assumere una lunghezza tale da coprire la distanza di cinque o sei bagli. La distanza dei bagli corrisponde alla distanza delle ordinate ma queste non sono poste ad intervalli regolari perché alle estremità lo scafo è soggetto a maggiori sollecitazioni e di conseguenza veniva irrobustito ravvicinando le ordinate con la conseguenza che la distanza tra esse diminuiva. Le misure delle tavole sono di conseguenza leggermente variabili, ma se rapportate nella scala del modello le differenze risultano limitate a qualche millimetro, una misura decisamente trascurabile perché sono difficili da notare in particolare modo sui ponti più corti che sono quelli più in vista.

Si deve decidere in anticipo quale disegno adottare per il rivestimento finale e segnare sul falso ponte i punti di unione delle tavole.

Disposizione errata per inchiodare le tavole di un ponte

Disposizione errata per inchiodare le tavole di un ponte

L’immagine qui sopra mostra un modo errato di sfalsare le tavole una ogni quattro o una ogni due.
Questo modo non è corretto:

  • Nello schema 1 a 4 le assi sono semplicemente sfalsate.
  • Nello schema 1 a 2 le assi sono semplicemente troppo corte.
Disposizione corretta per inchiodare le tavole di un ponte

Disposizione corretta per inchiodare le tavole di un ponte

È più corretto sfalsare le tavole come visibile qui sopra:

  • Nello schema 1 a 5 le tavole presentano due rientri (assi 3 e 5) e un sfasamento (assi 1 e 2).
  • Nello schema 1 a 4 le assi presentano due rientri (assi 2 e 4).

Dopo aver applicato la calafatura alle tavole del ponte si deve procedere alla loro posa. (A tale proposito si può leggere il relativo post. https://www.modellini-navali.it/la-calafatura-del-tavolato-del-ponte-con-la-tecnica-della-carta-nera/.)
Di norma i ponti presentano uno o due corsi più larghi e più spessi che corrono lungo la mezzeria “king planks” o paralleli ad essa “guide planks” e sono incastrati nelle apposite tacche ricavate nei bagli, il tavolato che è invece più sottile viene appoggiato direttamente sui bagli in modo che la superficie superiore abbia la medesima altezza senza creare dei gradini. Ovviamente ci sono anche le eccezioni.

Le tavole erano inchiodate su tutti i bagli cui appoggiavano e nelle giunture di testa la chiodatura era spesso doppia. I chiodi non erano mai sporgenti ma anzi per prima cosa veniva ricavato un profondo scasso nel legno dove la testa del chiodo era incassata e chiusa con un tappo dello stesso legno del ponte, risultava quindi assai difficile da vedere.

Nel veliero Cutty Sark (foto di Londra del 2006) il tappo dei chiodi è appena visibile

Nel veliero Cutty Sark (foto di Londra del 2006) il tappo dei chiodi è appena visibile

 

 

IL PRIMO LISTELLO DEL PONTE

Il primo listello deve essere incollato in modo perfetto perché di fatto è un “listello guida”

Il primo listello deve essere incollato in modo perfetto perché di fatto è un “listello guida”

Il primo listello o listello guida deve essere posizionato in corrispondenza della mezzeria del ponte e in questo caso sarà perfettamente centrato, in alternativa si potranno incollare due listelli uno a destra e l’atro a sinistra della mezzana ottenendo di fatto due listelli appaiati al centro dello scafo, questa seconda soluzione è più facile da realizzare.

In molti modelli questi listelli devono essere più larghi di circa 1 mm in quanto rappresentano i “king planks”.

Si segna con una matita la mezzeria dello scafo e, per garantire un perfetto allineamento si adopera un righello.
Nel riquadrino ROSSO si vedono una parte dei listelli già calafati.

Le tavole del ponte venivano sfalsate secondo un disegno prestabilito normalmente a 4 o 5 corsi come spigato qui sopra.
Le frecce ROSSE mostrano i segni di unione delle tavole derivati dalla reale disposizione del tavolato.

I carabottini e le aperture dei ponti in genere sono delimitati da una cornice fissa chiamata “la mastra” che è collocata in modo permanente sopra ai bagli e ne delimita in modo preciso l’inizio e la fine, essendo i bagli distanziati di circa mezzo metro le cornici ne tagliano un certo numero che vengono bloccati sui battenti longitudinali.

Le frecce BLU quindi mostrano la reale posizione dei carabottini ricavata dalle posizioni dei bagli e quindi delle ordinate.

 

LE ZONE SPECIALI DA RIVESTIRE

Se l’area da rivestire è inferiore alla distanza di 5 o 6 bagli allora le assi erano postare a lunghezza intera

Se l’area da rivestire è inferiore alla distanza di 5 o 6 bagli allora le assi erano postare a lunghezza intera

Nel riquadrino ROSSO si può notare come le tavole vengono disposte secondo uno schema a cinque posizioni.
Le assi hanno una lunghezza tale da coprire la distanza che intercorre tra 5 o 6 bagli.
Le aree BLU mostrano le zone speciali che essendo più corte della lunghezza di una singola asse vengono rivestite utilizzando un listello a lunghezza intera a prescindere dal disegno del tavolato e senza tenere in considerazione lo sfasamento delle giunzioni.
Infatti quando è possibile è più logico e semplice inchiodare una singola asse piuttosto che unirne due.

 

La calafatura eseguita con il cartoncino nero è molto realistica

La calafatura eseguita con il cartoncino nero è molto realistica

Nell’immagine qui sopra si vede la disposizione del tavolato del ponte con la carta nera che simula la calafatura presente solo su un lato del listello in modo da rimanere sottile.

 

DELIMITARE UN’AERA DEL PONTE

Quando è possibile si prosegue con la tavola oltre lo spazio che rimane visibile in modo da semplificare il lavoro di delimitazione

Quando è possibile si prosegue con la tavola oltre lo spazio che rimane visibile in modo da semplificare il lavoro di delimitazione

Si rivestono solamente le zone che rimangono visibili, in modo tale da risparmiare tempo e fatica.

Quando un ponte viene interrotto da una paratia conviene ricoprire anche una parte non visibile in modo tale da non avere interruzioni di continuità. Sopra il rivestimento chiuso dalla paratia si incolla un listello che blocca in modo permanente il ponte rivestito.

Effetto finale del tavolato rivestito con listelli calafati con la carta nera

Effetto finale del tavolato rivestito con listelli calafati con la carta nera

Dopo questo step si dovrà carteggiare il ponte e la calafatura che in questa foto risulta essere  leggermente mossa diverrà perfettamente rettilinea mantenendo al contempo un leggero movimento che risulterà essere assai realistico.

LA TECNICA DELLA CARTA NERA NELLA CALAFATURA

Le giunture delle tavole dei ponti erano impermeabilizzate per impedire che l’acqua riversatasi sul ponte potesse penetrare all’interno dello scafo allagandolo.

Si usavano degli stacci o meglio delle stoppe spesso ricavare dal cordame usurato ed inutilizzabile che venivano affogate nel catrame o nella pece.

Lo spessore era spesso ridotto ad uno o due centimetri mentre la larghezza delle tavole era variabile in base al ponte, all’epoca storica ed infine alla nazionalità. In genere a causa della scarsità di legno d’alto fusto le navi inglesi utilizzavano delle tavole con uno spessore ridotto rispetto alle antagoniste francesi e spagnole.

Ci sono diversi modi per riprodurre la calafatura ma io ho “inventato” un sistema un po’ particolare.

Nel caso in una scala di 1 a 74 noteremmo come una tavola di un ponte che sia larga 20 cm corrisponda all’incirca a 3 mm (200 mm diviso 74),
mentre la calafatura che è larga solo 1 o 2 cm corrisponda a 0,15-0,30 mm (10 mm diviso 74 oppure 20 mm diviso 74).

Per ottenere uno spessore così sottile ed uniforme ho utilizzato un foglio di carta nera dalla tipica grammatura di un comune foglio A4.

Ottengo anche un effetto collaterale di “rugosità” della calafatura assai realistica.

 

MANTENERE LA LUNGHEZZA COSTANTE DELLE TAVOLE DEL PONTE

La lunghezza delle tavole deve essere rapportata ad un multiplo dispari (di norma cinque) della distanza tra le ordinate (quelle reali non quelle proposte dai kit di montaggio o peggio ancora dai fascicoli delle edicole).
Vanno incollate sfalsandole secondo uno schema a “gradini”.
Nella realtà la distanza delle ordinate diminuiva verso poppa e verso prua e in queste zone la lunghezza delle tavole diventa leggermente inferiore (per completezza dell’informazione su un galeone quale “Le Soleil Royal” in scala 1:74 è di soli 2 mm pari a 15 cm reali).

Per tagliere TUTTE le assi alla stessa lunghezza utilizzo gli attrezzi normalmente presenti sul banco da lavoro di ogni modellista senza acquistarne di nuovi.

Come costruirsi una dima che permetta di tagliare tanti listelli tutti della medesima lunghezza

Come costruirsi una dima che permetta di tagliare tanti listelli tutti della medesima lunghezza

Si utilizza una dima da taglio in alluminio, ovviamente la lunghezza interna è troppo grande e va corretta utilizzando un “tappo” in legno di balsa, Per impedire che le ripetute pressioni dei listelli possano incidere la fragile struttura della basa vi ho incollato un listellino di legno duro quale per esempio il noce (vedi freccia BLU).

Anche se sembra ovvio è bene ricordare che il tappo deve essere perfettamente perpendicolare cioè deve formare un angolo di 90° con la dima.

La lunghezza (freccia VERDE) deve essere calcolata dal bordo del “tappo” al filo esterno della dima.

Per tagliare tanti listelli contemporaneamente questi vanno inseriti nella dima accostati gli uni agli altri, per il taglio si usa una lama a denti finissimi.

Il legno utilizzato è quello di tiglio.

PREPARAZIONE ALLA CALAFATURA

Preparare un foglio di carta nera e della colla vinilica

Preparare un foglio di carta nera e della colla vinilica

Dopo aver tagliato tutti i listelli alla giusta misura per simulare la calafatura delle tavole del ponte è sufficiente solo un foglio di carta nera e della colla vinilica.

È meglio prevedere un’abbondante margine di scarto e preparare un buon 20% di listelli in più.

APPLICAZIONE DELLA CALAFATURA

Gli step necessari ad applicare la calafatura sui listelli

Gli step necessari ad applicare la calafatura sui listelli

Nell’immagine qui sopra è illustrata in modo chiaro la sequenza, tuttavia è preferibile puntualizzare alcuni aspetti:

1) Si verifica la lunghezza del listello.
2) La colla va spalmata in modo uniforme in uno strato sottilissimo, allo scopo si può utilizzare quale spatola un listello di scarto.
3) Rispetto alla lunghezza del listello la colla deve sbordare di almeno un cm a destra e a sinistra.
4) Si appoggiano delicatamente non più di 8, 10 listellini alla volta tenendoli tutti accostati assieme. Si preme quindi leggermente (una sola volta e non di più) con il dito per fare aderire il gruppo di listelli al foglio di carta.

CALAFATURA APPLICATA

I listelli sono incollati sul foglio di carta nera

I listelli sono incollati sul foglio di carta nera

Solo alcuni listelli devono essere calafati da tutti e due i lati (riquadrino giallo) in quanto saranno posti in posizioni particolari o su un lato del ponte alla fine del rivestimento in modo da garantire la corretta applicazione della calafatura mentre la maggioranza dei listelli vanno calafati solo da un lato.

Si aspetta che la colla asciughi completamente e si procede alla separazione dei singoli listelli. Allo scopo è sufficienze utilizzare un cutter ben affilato tagliando la carta, non appena la lama tende a strappare la carta sottostante deve essere immediatamente sostituta.

CORREZIONI ALLA CALAFATURA

Come correggere i piccoli difetti della lavorazione: carta scollata

Come correggere i piccoli difetti della lavorazione: carta scollata

Come correggere i piccoli difetti della lavorazione: carta incollata

Come correggere i piccoli difetti della lavorazione: carta incollata

Queste due foto sono state scattate al volo solo per il post ed ho utilizzato uno dei peggiori scarti di lavorazione.

Dopo il taglio avremo tutti i listelli con un bordo ricoperto da una sottile striscia di carta nera, alcuni purtroppo avranno la carta scollata in alcuni punti, per correggere questo piccolo difetto è sufficiente spalmare la colla vinilica sul legno e premervi contro la carta penzolante dal listello affinché vi aderisca.

In questo modo si eviteranno inutili sprechi e si ottimizzeranno i listelli correttamente calafati.

Quelli maggiormente difettosi potranno essere impiegati nelle zone del ponte dove devono essere necessariamente tagliati e quindi si utilizzerà la parete “buona” scartando solo quella difettosa.

In conclusione questo sistema necessita di alcune prove iniziali per dosare efficacemente la colla spalmata e la pressione esercitata sul gruppo di listelli che non deve essere eccessiva altrimenti la colla penetrerà anche negli spazi tra i listelli stessi incollandoli.

Il gruppo di listelli una volta appoggiato sulla colla non va assolutamente spostato ma lasciato riposare.

IL TRINCARINO

Il Trincarino è un’asse di legno che unisce il tavolato del ponte alle murate, di norma è più spesso verso l’esterno cioè verso le pareti verticali dello scafo mentre presenta un piccolo gradino verso il tavolato del ponte, ne consegue che la sua forma è trapezoidale ma la parte visibile che “esce” dal ponte è di forma triangolare.

Tra questo ed il tavolato del ponte vero e proprio si interpone un’asse che prende il nome di Contro Trincarino che di norma pur essendo più spesso di una tavola del ponte rimane a filo dello stesso mentre la differenza si nota solo con gli incastri dei bagli.
Da un punto di vista modellistico non essendoci delle differenze visibili guardando il ponte questo elemento viene ignorato e considerato come una comune asse del tavolato.

Disegno tecnico dello sviluppo del tavolato di un ponte di un galeone

Disegno tecnico dello sviluppo del tavolato di un ponte di un galeone

Una forma trapezoidale non è affatto semplice da sagomare perfettamente in modo che dal ponte emerga solo un triangolo sopratutto se si parte da un listello di noce di soli 2×3 mm.
Sarebbe fattibile eventualmente  adoperando una fresa da banco (macchinario peraltro assi costoso) altrimenti si rischiano grossolane ed evidentissime irregolarità lungo il bordo sagomato.
Per complicare il lavoro a prua e a poppa il Trincarino non è rettilineo ma presenta dei raccordi ad arco.

Molto semplicemente nei modellini si usa incollare un listello a sezione rettangolare anche per nascondere il non sempre perfetto contatto ponte-murata dove spesso troviamo delle fughe o degli spazi vuoti.

Qui di seguito si illustra un trucco tanto semplice quanto efficace

Tra le murate ed il ponte ci sono delle fessure che devono essere nascoste

Tra le murate ed il ponte ci sono delle fessure che devono essere nascoste

Nella fotografia qui sopra si vede la fessura ponte-murata che pur essendo piuttosto stretta rimane sempre ben visibile anche perché percorre tutta la lunghezza delle fiancate interne.

Per il Trincarino si usano due listelli di dimensioni diverse

Per il Trincarino si usano due listelli di dimensioni diverse

Per simulare un Trincarino si utilizzano dei listelli in due dimensioni diverse:

listelli da 1×1 mm (freccia ROSSA) e
listelli da 0,5×3 mm (freccia BLU), quest’ultimo rimarrà visibile e dovrà essere di un colore più scuro come per esempio di noce.

Quattro step della prima fase in cui si incolla il listello quadrato da 1x1 mm

Quattro step della prima fase in cui si incolla il listello quadrato da 1×1 mm

Se si incollasse il listellino per poi metterlo in posizione si rischierebbe di sporcare il tavolato del ponte o le murate interne, per non correre questi inutili rischi si applicano alcuni punti di colla vinilica direttamente sulle fessure della giunzione murata-ponte, vanno distanziati di circa tre centimetri, siccome le goccioline di colla devono essere piccolissime conviene utilizzare uno stuzzicadenti.

Si fa quindi aderire il listellino di legno tra la fiancata ed il ponte e si aspettano alcuni minuti affinché la colla si asciughi.

Nella seconda fase si incolla il listello di noce da 0,5x3 mm

Nella seconda fase si incolla il listello di noce da 0,5×3 mm

Il listello di legno da 0,5×3 mm viene tagliato alla stessa misura delle assi del ponte ed è quindi lungo solo 7 o 8 cm.
Si cosparge di colla vinilica solo la parte superiore che andrà a contatto con il listello quadrato posato in precedenza, si evita così di sporcare il tavolato del ponte.
Questo passaggio è ben visibile nel riquadrino ROSSO, mentre la freccia BLU mostra il risultato ottenuto.

Il Trincarino è ora in posizione finale

Il Trincarino è ora in posizione finale

Il listello deve essere posizionato in modo che aderisca sia sul bordo dello scafo sia sul tavolato del ponte.
Si deve premere delicatamente altrimenti il listellino tende a raddrizzarsi e di conseguenza ad alzarsi dalla superficie del ponte incollandosi parallelo ad esso.
Ovviamente prima di procedere con un secondo listellino si deve aspettare la completa asciugatura della colla.

La freccia VERDE mostra una giunzione ad incastro che utilizzando un altro piccolo trucco sarà estremamente facile e veloce da realizzare.

In conclusione si può considerare come il listellino quadrato da 1×1 mm funge solo da supporto per creare un gradino che permetta l’inclinazione del listellino piatto da 0,5×3 mm.
Il posizionamento inclinato e lo spessore del listello (0,5 mm) creano l’illusione che sia effettivamente trapezoidale con la base superiore inclinata verso l’interno.

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Leggi come eseguire un taglio a “Z”

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