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Segui gli step che ho pubblicato sul forum è vedrai che è molto semplice raggiungere un ottimo risultato.
Riuscirai a costruire barche, barcacce e scialuppe con la tecnica del doppio fasciame simulando le ordinate all’interno dello scafo, allestirai le manovre correnti e dormienti ed aggiungerai pure alcuni dettagli come casse e botti …

La calafatura E’ UN PASSAGGIO FONDAMENTALE necessario sia per prevenire dei distacchi futuri dei listelli, sia per permettere una sgrossatura accurata e a volte molto profonda del primo fasciame.
Nonostante la sua fondamentale importanza nei kit e nei fascicoli questo passaggio non viene sviluppato con la conseguenza che i modellisti meno esperti potrebbero ritrovarsi in difficoltà nel proseguo del lavoro.

Lo scafo è quasi rivestito

Dalla fessura dello scafo si procede alla calafatura interna

Inizialmente lo scafo va rivestito con i listelli di tiglio solo nella parte inferiore della chiglia e fino a raggiungere l’altezza dei sabordi della terza batteria che di norma sono delle strisce di compensato già tagliato e pronto da incollare sulle ordinate.

Prima di procedere oltre si deve applicare la calafatura all’interno altrimenti i ponti chiuderanno lo spazio necessario alla lavorazione.

La colla per la calafatura

La colla vinilica per la calafatura

Si prepara una miscela di acqua e vinavil in parti uguali, si possono includere anche dei piccoli pezzetti di legno.

La colla della calafatura interna

La colla della calafatura interna
Di: giogenova dal sito www.modellismo.net

Si stende abbondantemente questa mistura all’interno dello scafo facendola penetrare molto bene in tutte le fessure ed anfratti.

La garza della calafatura

La garza della calafatura interna
Di: giogenova dal sito www.modellismo.net

Si stende un primo strato di garza avendo cura di ricoprire anche una parte delle ordinate. Prima che la colla asciughi del tutto si procede con un secondo strato di garza che viene ricoperta ancora con della vinilica.
Per raggiungere le zone più difficili ci si può aiutare con un listello di legno, ma è importante che nessuna zona venga lasciata libera, cioè sprovvista del rinforzo interno.

 

Certe zone nella ruota di prua devono essere calafate man mano che si procede all’applicazione dei listelli perché lo spazio di manovra diminuisce listello dopo listello.

 

Paradossalmente sono proprio le zone più difficili da calafare quelle che necessitano maggiormente del rinforzo interno in quanto saranno soggette da una più invasiva fase di sgrossatura.

 

In teoria non è difficile piegare un listello ma nella pratica questa semplice operazione comporta numerose difficoltà che possono essere superate solo con l’esperienza acquisita.
Ci sono diversi attrezzi preposti ad agevolare questa operazione alcuni acquistabili nei negozi di modellismo ed altri invece che si devono costruire da soli.
Le fibre del legno permettono di piegare il materiale ma se non sottoposto ad un trattamento stabilizzante tende a ritornare da solo alla forma iniziale, detto trattamento può essere sostanzialmente di due tipi:
termico o meccanico.

Ogni tipo di legno ha un suo punto di rottura che dipende in massima parte dal grado di umidità presente nelle fibre e dalla rigidità delle stesse che può essere superato solamente o immergendolo in acqua oppure effettuando più passate e piegando il listello per step successivi.

Primo fasciame

La pinza piega listelli

La pinza piega listelli

Nel primo fasciame si impiegano prevalentemente dei listelli di legno dolce tipo il tiglio che sono facilmente lavorabili e per conferire loro una curva accentuata è preferibile utilizzare una pinza piega listelli che in pratica altro non è che una tronchesina con una sola lama poco affilata, il legno viene inciso da un solo lato e si piega grazie alla pressione esercitata. Se le singole incisioni sono ravvicinate la curvatura aumenta così come aumenta all’aumentare della pressione esercitata sulla pinza. Sul lato interno del listello si formeranno tanti piccoli solchi che garantiranno una più salda presa della colla e di fatto non costituiscono un difetto.

Listello piegato meccanocamenteListello piegato meccanocamente

Listello piegato con la pinza

L’angolo di curvatura viene quindi definito dalla combinazione del numero delle incisioni e dalla pressione esercitata. Si tratta di un procedimento puramente meccanico e non è necessario bagnare il listello a meno che questo non sia completamente secco. È invece molto importante scegliere un legno con le venature perfettamente parallele, vanno evitati nel modo più assoluto quei legni che nel tratto da curvare presentino nodini o linee di venatura diagonali perché in queste posizioni il legno non si piegherà affatto ma si spezzerà.

 

Piega listelli meccanico

Piega listelli meccanico

Esiste un accessorio che permette di piegare il legno a freddo, è formato da tre cilindri, il listello viene inserito e girando la ruota di dimensioni maggiori viene pressato e piegato. Qui il legno deve essere molto umido, l’ideale sarebbe lasciarlo a mollo in acqua per almeno un’ora. I movimenti meccanici sono ridotti e necessita di una certa esperienza altrimenti spezza il listello, ma una volta imparato ad usarlo non lo rovina sul retro come invece fa la pinza.

Listello piegato meccanicamente

Listello piegato meccanicamente

Dopo aver piegato il listello lo si deve asciugare bene prima di poterlo incollare, si riescono a creare delle curve davvero molto strette.

 

Secondo fasciame

I legni utilizzati nel secondo fasciame sono di un essenza pregiata che di norma è anche più dura.
Il modellista ha però un grande vantaggio costituito dal fatto che lo spessore è ridotto a mezzo millimetro e il legno di fatto assume la consistenza di una fettuccia con un elevato grado di elasticità che di fatto pemette di assecondare tutte, o quasi, le curve necessarie al rivestimento dello scafo.
Su legni così sottili non è necessario nessun attrezzo per piegare e sarà sufficiente bloccare il listello in posizione per il tempo necessario alla colla di asciugare.
Per iniziare si deve immergere per un minuto i listelli in acqua tiepida cercando di curvarli con la sola pressione delle dita della mano in modo di facilitare la posa successiva. Questa operazione va svolta in modo molto delicato altrimenti si rischia di rompere il legno. Una volta tolti dall’acqua, i listelli devono essere asciugati con una carta assorbente. Il listello così leggermente piegato deve essere attaccato sulla superficie liscia dello scafo con la colla vinilica e bloccato in positone con del nastro di carta. L’acqua contenuta nelle fibre tenderà ad evaporare conferendo al listello una piega stabilizzata, nel caso invece si avessero incollato dei listelli asciutti questi manterrebbero la loro elasticità tirando la sottostante colla con il rischio di staccarsi con il passare del tempo. Questo è particolarmente frustante laddove la superficie venga successivamente stuccata o dipinta perché comporterà l’inevitabile comparsa di crepe o fessure.

 

Gli incintioni

Incintione in legno duro

Incintione in legno duro

Il problema sorge quando si devono piegare dei listelli di legno duro con degli spessori di diversi millimetri, il caso concreto è rappresento dagli incitioni che devono assecondare delle curve anche molto strette.
La soluzione consiste nel piegare il legno sottoponendolo al calore.
Leggendo sui vari forum si osserverà come ci siano due linee di pensiero distinte, alcuni reputano indispensabile bagnare il legno altri invece lo ritengono un’operazione del tutto inutile, e in definitiva hanno ragione entrambi, tutto dipende dal grado di umidità relativa del legno, se questo è troppo secco si brucerà e si spezzerà senza piegarsi, se invece è troppo umido non manterrà la piega voluta e tenderà a raddrizzarsi in parte. In ogni caso l’umidità interna consente di tirare e premere le fibre, la rapida essicazione invece le stabilizza rendendo immutabile la forma conferita.
C’è quindi una combinazione tra acqua e calore.

 

Aumentare l’umidità del legno

Per inumidire bene il legno di essenza dura non basta bagnarlo immergendolo in acqua per pochi minuti perché l’umidità non viene assorbita dalle fibre interne, è meglio quindi prendere una manciata di listelli ed avvolgerli in uno straccio umido e lasciarli riposare per alcune ore in un ambiente caldo e umido come la cucina o il bagno, lo straccio va appoggiato su un piano orizzontale e girato ogni quarto d’ora in modo da impedire un ristagno d’acqua nella parte inferiore, dopo la piegatura a caldo l’umidità viene ridotta moltissimo ma il listello è ancora toppo impregnato e deve asciugare, lo si può comunque incollare sullo scafo ma non deve essere trattato con la carta vetro per almeno una decina di giorni altrimenti si formeranno dei pilucchi sulla superficie, per lo stesso motivo non deve essere forato o taglaito.

 

… dei listelli del primo fasciame

Con il termine “primo fasciame” si intende la posa dei listelli atti a riempire gli spazi tra le ordinate affinché lo scafo assuma la forma definitiva.

Curva reale del listello

La curva reale che assume un listello dello scafo

Uno dei problemi principali è dato dal fatto che i corsi del fasciame sembrano essere rettilinei e paralleli alla linea di galleggiamento ma invece assumono una forma molto più bizzarra quasi arcuata con le estremità che tendono ad innalzasi notevolmente.

Volete fare una prova:
prendete lo scafo e fissate con del nastro adesivo su un lato un foglio di carta velina in modo che lo copra tutto, dalla prua alla poppa.

A questo punto prendete una matita e tracciate la linea di galleggiamento più diritta che potete, staccate il foglio di carta velina e verificate se effettivamente la linea che avete appena tracciato è una retta oppure una curva come nell’immagine qui sopra.

Un altro problema è costituito dal fatto che a centro nave l’area da ricoprire è molto maggiore di quella della prua e della poppa.

Step posa listello A

Un listello di partenza ancora grezzo

Per il primo fasciame è consigliato l’uso dei listelli di tiglio spessi 2 mm e larghi 4 o 5, si reperiscono facilmente nei negozi di modellismo e sono lunghi 100 cm.
Per prima cosa di accorcia il listello alla lunghezza necessaria aumentato di alcuni centimetri di margine.

Step posa listello B

Si segna la linea di taglio del listello

Si divide idealmente il listello in tre parti: quella della prua che deve essere sempre rastremata, quella centrale che rimane a larghezza piena ed infine quella ella poppa la cui rastrematura deve  invece  essere valutata a seconda della posizione (nei galeoni qui lo spazio da coprire sarà ancora maggiore e quindi non sarà necessario rastremare).
Si traccia una linea che fungerà da guida per il taglio del listello.

Step posa listello C

Il taglio del listello lungo la linea tracciata a matita

Si incomincia incidendo il listello nella parte centrale (come è ben visibile nel riquadrino) e si continua fino all’estremità.
Il taglio così prodotto non avrà un filo liscio ma anzi sarà irregolare. Se le irregolarità non sono troppo marcate non si deve correggerlo con la carta vetrata.

Step posa listello D

Il listello rastremato

Il tassello di scarto va conservato perché verrà utilizzato per riempire gli spazio aperti della poppa.

Scafo quasi rivestito

Lo scafo è quasi rivestito

In tutti gli scafi la calafatura, cioè il rinforzo interno, è di fondamentale importanza per garantire una buona resistenza agli urti e alle deformazioni dovute all’invecchiamento del legno a modello finito.
I falsi ponti che sono stati posizionati assieme alla chiglia impedisce di raggiungere la parte più bassa e con maggiori criticità dello scafo.
Si lascia quindi uno spazio di 3 o 4 cm per consentire la suddetta lavorazione.

Dettaglio posa listelli a prua

Dettaglio posa listelli a prua

La zona più critica da rivestire riguarda la prua perché dopo la lisciatura in  corrispondenza della ciglia si dovrà praticare uno scasso, una fessura lunga e stretta, dove alloggiare il diritto di prua in modo tale che rappresenti la continuazione della chiglia stessa.

Qui i listelli devono essere perfettamente incollati e posizionati anche a pressione. La freccia rossa mostra come bloccare in sede la parte terminale e molto stretta di un listello.

All’apparenza uno scafo così rivestito  sembrerebbe grossolano e trasandato ma invece rappresenta un buon modo di procedere perché all’interno dello scafo i listelli non si presenteranno lisci  ma formeranno dei gradini dove la colla e la garza dalla calafatura faranno una presa notevole ben maggiore rispetto ad uno scafo perfettamente liscio.

Scafo rifinito e lisciato

Lo scafo rifinito e liscio

Ad ogni buon conto dopo la fase di lisciatura dello scafo con la carta vetrata esternamente esso si presenterà perfettamente liscio.

 

 

 

 

 

 

Complesso chiglia ordinate e falsi ponti

Complesso chiglia ordinate e falsi ponti

Il corretto allineamento e perpendicolarità tra la chiglie e le ordinate è garantito dall’inserimento dei finti ponti i quali contribuiscono anche alla solidità della struttura e alla resistenza agli urti accidentali.

Punto critico di rottura

Punto critico di rottura o svergolatura

Inspiegabilmente però l’area dello specchio di poppa è fissata solo sulla falsa chiglia, rimane quindi il timore che la poppa si possa svergolare durante la fase di listellatura.

Non uno ma diversi listelli guida

Non uno ma diversi listelli guida

Il sistema scolastico prevede di iniziare il rivestimento dello scafo con il classico primo listello, ma per evitare delle svergolature se ne possono posare diversi fissati al di sotto delle fiancate dei ponti di batteria.

Nella zona della poppa la falsa chiglia è stata assottigliata ad un terzo dello spessore e in questa fase oscilla parecchio.

Per garantire la corretta perpendicolarità della poppa con il resto dello scafo si inserisce tra le ordinate uno spessore realizzato con del legno di balsa, non va incollato ma solo bloccato con degli spilli.
Si utilizzano dei comuni listelli di tiglio da 5×2 mm lunghi un metro.

Si incolla su un lato il primo listello guida di base in corrispondenza delle tacche riportare sulle ordinate, si gira lo scafo e si incollano DUE listelli, lo si gira di nuovo e ne applicano altri DUE, si continua così fino a posizionarne sei per parte.

Ovviamente per garantire una maggiore tenuta si incollano i listelli anche di lato fissandogli gli uni agli altri e per bloccarli sulle ordinate si usano degli spilli da sarto.

 

I listelli guida della chiglia

I listelli guida della chiglia

Come si può vedere i listelli sono sottoposti ad una notevole torsione lungo l’asse longitudinale, le frecce BLU vogliono evidenziare la chiglia assottigliata, questa operazione è necessaria per ottenere dopo il rivestimento lo stesso spessore del timone.

Rinforzi del listello guida della chiglia

Rinforzi del listello guida della chiglia

Nel riquadrino si vedono due spezzoni di listello, le frecce ROSSE indicano il bordo con lo spigolo smussato.

Posizionamento del rinforzo

Posizionamento del rinforzo

Si abbonda con la colla vinilica in e si inseriscono i rinforzi a pressione in modo tale  da aumentare la superficie di contatto sia  con il listello sia con la chiglia.

Inserimento a pressione del rinforzo

Inserimento a pressione del rinforzo

Le frecce BLU mostrano i rinforzi ora in posizione.
Questo semplice accorgimento garantirà una struttura molto solida.

Dettaglio dei rinforzi della chiglia

Dettaglio dei rinforzi della chiglia

Le frecce BLU evidenziano i dettagli del rinforzo.

Durante la fase di lisciatura del primo fasciame da quest’area sarà asportato molto materiale riducendo sensibilmente lo spessore reale del listello, in alcuni punti sarà ben al di sotto del millimetro e risulterà essere molto fragile.

La freccia ROSSA evidenzia in modo chiaro il punto di rottura dello scafo. Questa anomalia costruttiva è presente anche in altri modelli (per esempio nella corazzata RN Roma) e sinceramente non se ne capisce il motivo.

In un qualsiasi modellino la falsa chiglia si presenta come una tavoletta pretagliata di compensato dallo spessore compreso tra i 4 e i 6 mm.
A causa delle notevoli dimensioni nei kit allegati ai fascicoli delle edicole la falsachiglia è divisa generalmente in tre parti da unirsi ad incastro.

 

Chiglia rinforzata

Chiglia grezza rinforzata con i ponti

Pochi considerano che nella zona della poppa lo scafo deve avere lo stesso spessore del timone che generalmente è dato dalla somma del compensato aumentato dallo spessore del rivestimento finale (0,5 mm) mentre sulla falsa chiglia si incolleranno anche i listelli di tiglio del primo fasciame (ulteriori 2 mm di spessore).

La criticità è data dallo spessore dei listelli di tiglio che sono incollati SOLO sulla falsa  chiglia ed ovviamente su entrambe le fincate.

Errore chiglia grossa

Questo è l’errore che si genera se non si assottiglia la chiglia

Uno degli errori più comuni commessi dai modellisti (anche più esperti) consiste nell’applicare i listelli del fasciame direttamente sulla falsa chiglia e pensare di correggere l’errore carteggiando successivamente, ma non funziona così.
Quale logica conseguenza lo spessore complessivo aumenta notevolmente di circa 4 mm producendo l’errore visibile nella foto qui sopra.

Falsa chiglia assottigliata

La zona della chiglia che deve essere assottigliat

Si deve invece ridurre lo spessore a circa un terzo. L’applicazione dei listelli del primo fasciame aumenterà lo spessore complessivo ritornando alle misure iniziali.
La zona da assottigliare è rappresentata dal tratteggio BLU.

I vetri opachi dei tambucci

I vetri opachi dei tambucci

Una finestra deve essere completata con il vetro, per simularlo si possono incollare sul retro delle strisce di plastica trasparente ma sarebbero poco realistiche e con un effetto a volte sgradevole, per ovviare all’inconveniente è sufficiente opacizzarle passandoci sopra della carta abrasiva a grana fine, per un effetto migliore si può utilizzare anche della plastica rigida, tuttavia questo materiale trasparente o semitrasparente verrebbe incollato sul retro e si noterebbe la differente profondità rispetto ai montanti della finestra.

È adatto per i tambucci.

Un prodotto per simulare il vetro

Un valido prodotto per simulare il vetro

 

Anche il vetro si può riprodurre facilmente acquistando nei negozi specializzati un apposito prodotto.

Asciugare la pellicola che simula il vetro

Asciugare la pellicola che simula il vetro

Lo si spalma con un pennellino o meglio con uno stuzzicadenti attorno al perimetro del singolo vetro della finestra e poi lo si stende a ricoprire l’area. Mentre si asciuga diventa opaco e ci vogliono uno o anche due giorni affinché si secchi completamente ma alla fine ridiventa trasparente.

Un dettaglio realistico di un vetro anticato

Un dettaglio realistico di un vetro anticato

Per conferirgli un aspetto meno plastico durante l’asciugatura il pezzo va capovolto un paio di volte a distanza di circa trenta minuti corrugando così la superficie e simulando un vetro antico.

Piccoli vetri piombati

Piccoli vetri piombati

In alcuni galeoni le vetrate erano composte da piccoli vetri uniti con il piombo, per simulare efficacemente questa finestra non si può semplicemente incollare davanti, o dietro, una griglia metallica perché emergerebbe lo spessore. Se le dimensioni lo consentono si può stendere del tulle per bomboniere o meglio ancora una retina per agrumi.
Si dipinge di grigio scuro con riflessi metallici e si riempiono gli spazi con la tecnica appena descritta, i vetri così formati potrebbero essere completati con una leggera passata di inchiostro tendente al blu o al giallo.

RICOSTRUIRE GLI INFISSI DELLE FINESTRE

Cosa serve per realizzare gli infissi delle finestre

Basta un listellino per migliorare gli infissi delle finestre

Su un vascello le finestre devono essere tutte uguali ed essere costruite nello stesso modo per rendere uniforme lo scafo nel suo insieme.
Nei kit queste vengono fornite già belle e pronte da montare. Spesso sono realizzate con una fusione metallica brunita o dorata.
I materiali allegati ai kit sono però contati e non è quasi mai possibile acquistare elementi aggiutivi.

Si devono quindi costruire ex-novo.

 

Come dimensionare gli infissi delle finestre

Sono necessari solo pochi listelli di scarto

Per prima cosa si riveste l’interno dell’apertura della finestra con dei listelli di noce in modo da avere lo stesso colore della facciata.

Di solito il legname di queste paratie era posato orizzontalmente ma nei vascelli di maggiori dimensioni si posava un secondo strato a rinforzo ed ovviamente i corsi erano incrociati e quindi alla vista finale erano in verticale.

Per gli infissi interni si utilizza un semplice listello in tiglio da 1×2 mm che corrispondono a circa 7×14 cm reali, lo si piega senza tagliare in modo da avere quattro spezzoni che rimangono uniti tra di loro.

 

Come mettere realizzare gli incastri degli infissi

Le incisioni dei listelli

Dapprima si bloccano i quattro spezzoni di listello con del nastro adesivo da carrozziere in modo che rimangano uniti.
Si pratica un’incisione della larghezza di 1 mm fino a quasi la metà dell’altezza del listello. Si utilizza un seghetto a denti stretti e si allarga la fessura con una lima piatta, vanno bene anche quelle in cartone per le unghie.

 

Come mettere realizzare gli incastri degli infissi

I listelli con l’incastro

Una volta che il listello viene liberato dal nastro adesivo si avranno ottenuto quattro incastri perfettamente uguali tra di loro.

 

Come mettere a squadra i montanti degli infissi

I listelli sono perpendicolari

Per realizzare il montante centrale che sporge leggermente rispetto alla struttura della finestra si separano i quattro listellini e si incastrano a due a due.
Siccome l’incisione non è molto profonda uno dei due montanti rimarrà più alto di circa 0,3 – 0,5 mm che corrispondono a 2 o 3,5 cm reali. Per garantire una perfetta perpendicolarità si utilizzano dei comunissimi (almeno per chi ha bimbi piccoli) mattoncini da costruzione.

 

Come assottigliare i montanti degli infissi

Gli incastri sono perfettamente perpendicolari

I listelli incollati nello step precedente presentano due altezze differenti e quindi si pareggia il livello da solo un lato che è quello interno allo scafo.
In questo modo si simula il battente centrale verticale che permette l’apertura della finestra.

 

Gli infissi interni di una finestra

La finestra vista dall’esterno

La croce della finestra viene correttamente dimensionata all’apertura e quindi incollata.
Osservando attentamente il davanti si nota come il montante verticale sia leggermente sporgente rispetto a quello orizzontale.

 

Come incollare gli infissi dall’interno

La finestra vista dal retro

Per garantire un ancoraggio perfetto si utilizza la colla aliphatica applicando sul retro quattro puntini, una volta asciutta la colla si ritira ed eventuali eccedenze potranno essere asportate con la lama di una taglierina.

La colla vinilica una volta asciutta non è carteggiabile perché rimane sempre un po’ molliccia, mentre quella aliphatoca si indurisce ed è perfettamente lavorabile.

Alla fine la struttura che ora appare troppo chiara verrà passata con una mano di mordente noce ed uniformata alla facciata.

LO STRUMENTO PER MISURARE LA VELOCITÀ DI NAVIGAZIONE

Strumento per misurare la velocità di un veliero

Strumento per misurare la velocità di un veliero come il Cutty Sark

Questo disegno illustra uno strumento atto a misurare la velocità di navigazione di un veliero, pur essendo uno strumento fondamentale (come il sestante) è poco conosciuto al grande pubblico e non viene quasi mai inserito nei modellini.
La struttura è composta da un piatto metallico convesso e pesante dalla forma di quarto di cerchio, viene legato con una corda ad una struttura agganciata al parapetto della nave. La corda presenta dei nodi a distanze regolari ed è avvolta su di un cilindro.

Quando il piatto viene posto sulla superficie del mare il suo peso lo rende ancorato alle onde e la sua posizione non viene modificata dallo srotolamento della corda, una clessidra tarata su un tempo prefissato permetterà di valutare con precisione la velocità dello scafo semplicemente contando i nodi.

 

I pezzi di scarto necessari per costruire lo strumento atto a misurare la velocità di navigazione.

I pezzi di scarto necessari per costruire lo strumento atto a misurare la velocità di navigazione.

La realizzazione non presenta particolari problemi in quanto è piuttosto semplice, in ogni caso è meglio attenersi al disegno.
Il piatto di metallo viene realizzato utilizzando la parte terminale di un vecchio infila ago, ma andrebbe benissimo qualsiasi altro materiale di scarto.

 

Il corpo principale in legno

Il corpo principale in legno

La struttura è realizzata con due listelli di legno con lo spessore assottigliato e sagomati ad arco nella parte inferiore, sul bordo interno vengono incollati due tondini di filo di ottone dal diametro di 0,5 mm. Il perno del tamburo è realizzato con due caviglie molto piccole mentre per la sezione centrale si può utilizzare un listello cilindrico da 2 mm.

 

La struttura va posizionata all’interno del parapetto

La struttura va posizionata all’interno del parapetto

Sul tamburo si arrotola del filo di refe da 0.10 mm, è preferibile non eseguire i nodini perché una volta tradotti nella scala il loro spessore risulterebbe eccessivo, è meglio limitarsi a dare un leggero movimento al cordame.
Alla fine si incolla la struttura al parapetto.

 

Il congegno posizionato all’interno del parapetto aumenta il dettaglio e conferisce un tocco di eleganza al Cutty Sark.

Il congegno posizionato all’interno del parapetto aumenta il dettaglio e conferisce un tocco di eleganza al Cutty Sark.

Per finire si incollo con la colla ciano acrilica la parte bassa del piatto sul ponte e si collega il filo al rocchetto presente sulla struttura.

RICOSTRUIRE LE PORTE DI LEGNO

Realizzare una porta può sembrare all’apparenza una cosa banale, in teoria sarebbe sufficiente accostare alcuni listelli di legno e ritagliare la sagoma, ma su una superficie di ridotte dimensioni si ottiene un effetto plastificato troppo piatto anche se tecnicamente perfetto.

I listelli delle porte

Uno step della lavorazione delle porte in lavoro.

Quando si riveste interamente uno scafo si utilizzano dei listelli perfettamente accostati gli uni agli altri senza lasciare spazi o fessure e l’insieme dello scafo ne trarrà beneficio. Grazie alle sue notevoli dimensioni per l’osservatore risulterà facile identificare i singoli listelli o corsi.

Per i particolari più minuti si deve ricorrere ad un espediente per enfatizzare le fughe e separare visivamente le singole tavole commettendo quindi un errore voluto e controllato lasciando un leggerissimo spazio tra le fughe dei listelli.

 

Porte in lavoro

Uno step della lavorazione delle porte in lavoro.

Nell’esempio concreto visibile nella foto si adoperano degli spezzoni di noce da tre millimetri di larghezza per uno di spessore. L’apertura della porta però non misura nove millimetri ma  solo otto e di certo sarebbe piuttosto brutto vedere accostate delle tavole di larghezza differente.
La soluzione consiste nell’assottigliarle in modo uniforme finché misurino esattamente un terzo dell’ampiezza da coprire.

Lo spigolo del listello viene quindi arrotondato e smussato, si incollano tre listelli per porta su un foglio di carta nera. Questi vanno leggermente distanziati per garantire la demarcazione delle tavole. Nella foto qui sopra si nota la riga nera tra la seconda e la terza tavola che è visibile solo nelle foto grazie al flash della macchina fotografica che penetra in profondità. Questo difetto non è visibile ad occhio nudo.

 

Ferramenta porte

La ferramenta delle porte viene simulata con delle strisce di carta nera.

Si ritaglia la sagoma e si lascia un mezzo centimetro di carta nera in corrispondenza del lato da incernierare.
Occorre prestare attenzione al fatto che una porta si apre verso destra e l’altra verso sinistra. Sul lato a vista si incollano due strisce di carta nera per simulare la ferramenta delle cerniere, non si deve esagerare con le misure.
Lo spessore della carta inoltre simulerà in modo egregio lo spessore del ferro.

 

Attaccatura delle porte

Come incollare le porte.

Si montano le porte in posizione “chiusa”, si incollano quindi sul retro dapprima le strisce sottili che simulano la ferramenta seguite dall’avanzo del foglio di carta nera che le ricopre.

In questo modo si potranno allestire tanto nella posizione chiusa quanto in quella aperta.

 

Le porte chiuse de “Le Soleil Royal”

In questa versione le porte de “Le Soleil Royal” sono chiuse.

Nella foto qui sopra si vede la versione con le porte chiuse. Questo conferisce una maggiore linearità alla zona della prua che sarà sicuramente molto ricca.

 

Le porte aperte de “Le Soleil Royal”

In questa versione le porte de “Le Soleil Royal” sono aperte.

Nella foto qui sopra si vede la versione con le porte leggermente aperte. Questo conferisce una maggiore dinamicità alla zona della prua che acquisterà movimento.
Ad ogni modo questi sono solo dei dettagli legati più al gusto personale che a  reali necessità tecniche.
Per realizzare la maniglia utilizzo un piccolo spezzone di listello
In questo modo posso utilizzare tanto la versione con le porte chiuse quanto quella con le ante parzialmente aperte.

Annotazione:
Al momento i chiodi sulla ferramenta non vengono simulati ma lo si potrà fare in seguito, vale la regola che se si applica il primo chiodo si devono poi applicare le altre  migliaia.